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IL PERCORSO NUTRIZIONALE SEGUITO DAL BIOLOGO NUTRIZIONISTA

Avete quei 4/5 chili in più di cui non riuscite a disfarvi? Oppure lottate da anni con un fastidioso senso di gonfiore dopo aver mangiato? Avete una patologia accertata e volete accompagnare la terapia medica con l’alimentazione a voi più idonea? O, semplicemente, volete imparare a mangiare in modo corretto? Qualsiasi sia la vostra esigenza, con questo articolo chiarirò cosa dovete aspettarvi se intendente rivolgervi a un professionista dell’alimentazione per intraprendere un percorso nutrizionale.

QUALI SONO LE FIGURE PROFESSIONALI CHE LAVORANO NELL’AMBITO NUTRIZIONALE?

Prima di tutto occorre fare chiarezza riguardo a chi può occuparsi dell’elaborazione di piani nutrizionali. Le figure di riferimento sono tre:

-il dietologo

-il biologo nutrizionista

-il dietista

Il primo è un medico, in possesso quindi di una laurea conseguita presso la facoltà di medicina e chirurgia. Tale titolo di studio gli consente di effettuare diagnosi, quindi stabilire l’eventuale patologia da trattare, anche tramite l’alimentazione, il suo campo di specializzazione. Il dietologo può, ovviamente, leggere le analisi, effettuare prescrizioni, elaborare piani nutrizionali in totale autonomia.

La seconda figura è quella del biologo nutrizionista, in possesso di un titolo di studio (5 anni a ciclo unico o triennale + specialistica) che gli ha consentito l’accesso all’esame di stato da biologo, sezione A. Il biologo, non essendo un medico, non ha facoltà di effettuare diagnosi o effettuare prescrizione di farmaci. Può, invece, leggere le analisi, consigliare integratori alimentari, elaborare piani nutrizionali in autonomia, basandosi sull’anamnesi effettuata in sede di visita oppure sulla diagnosi precedentemente posta dal medico.

La terza figura, infine, è quella del dietista. È possibile esercitare tale professione sia in seguito a un percorso di studi universitario della durata di tre anni e il superamento dell’esame di stato. Il percorso può essere completato conseguendo un’altra laurea (magistrale). Il dietista elabora piani alimentari grammati prescritti precedentemente dal medico.

Tutte e tre le figure possono proseguire la loro formazione con master universitari e/o corsi di specializzazione.

LA PRIMA VISITA

La prima visita è, in genere, quella che richiede più tempo (all’incirca un’ora, o anche di più). Il primo incontro serve a stabilire quale sia il punto di partenza, attraverso un’accurata anamnesi. Si tratta di accertarsi di quale sia lo stato di salute della persona che si rivolge a noi con una serie di domande, anche leggendo eventuali diagnosi poste del medico. È bene avere con sé delle analisi effettuate non più di 12 mesi prima della data della visita. Va stabilita l’eventuale familiarità per determinate patologie, e l’utilizzo di farmaci e/o integratori va dichiarato (questo punto è importantissimo, in quanto gli alimenti possono avere interazione con farmaci e integratori).

È fondamentale anche l’anamnesi alimentare, la quale è volta a stabilire quali siano le abitudini alimentari. Non si tratta, ovviamente, di stabilire semplicemente cosa la persona che sta davanti a noi mangia di solito. Ci si accerta, infatti, di tutte le abitudini che ruotano intorno all’approccio col cibo, a partire dagli orari, le esigenze lavorative che possono portare a dover fare dei pasti fuori casa, e, anche, “banalmente”, cosa piace e cosa non piace mangiare o quanti liquidi vengono assunti nel corso della giornata.

Un altro importante filone di domande è quello inerente alle attività giornaliere svolte e all’esercizio o sport (eventuale) praticato. Queste domande consentono di stabilire quale sia il LAF, ovvero il livello di attività fisica, necessario per poter calcolare il dispendio energetico giornaliero.

In occasione della prima visita ci si accerta, ovviamente, dello stato nutrizionale della persona che si ha di fronte. Tale accertamento viene effettuato già semplicemente ad occhio nudo (a un occhio allentato sfugge ben poco), e poi con l’ausilio di strumentazione specifica. A far parte dell’equipaggiamento di base ci sono sempre la bilancia, l’altimetro e il nastro per prendere la misura delle circonferenze. Altri strumenti utili, o meglio, quasi necessari in genere sono il plicometro, il bioimpedenziometro e/o l’adipometro.

IL PIANO ALIMENTARE E I SUCCESSIVI CONTROLLI

Il piano alimentare elaborato si baserà su ciò che è stato appurato durante la prima visita. In genere è preferibile effettuare almeno il primo controllo in modo abbastanza ravvicinato all’inizio della dieta. Ciò permette di effettuare piccoli aggiustamenti, se necessario.

Il calendario dei controlli andrebbe seguito in modo abbastanza preciso, in modo tale da poter garantire la maggiore efficacia dell’intervento nutrizionale. In genere gli obiettivi posti sono sempre a lungo termine, e per il loro raggiungimento è importante vedersi regolarmente.

COSA NON ASPETTARSI

Sicuramente, i miracoli. Ci sono tante ragioni per le quali un intervento nutrizionale può essere poco efficace, o per nulla efficace. Il primo, è, ahimè, la scarsa o nulla aderenza al piano. Per migliorare la propria condizione, anche se si tratta semplicemente di voler perdere qualche chilo, ci si deve mettere in testa che è necessario cambiare le proprie abitudini. Bisogna quindi essere onesti con sé stessi, e capire se si è in grado di affrontare il percorso con correttezza, impegno e rigore.

 

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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