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LA FAME NERVOSA

L’emotional eating, fenomeno noto ai più come con il termine fame nervosa, consiste nell’introduzione esagerata di cibo in assenza di fame. 

RESTRIZIONE CALORICA

Come prima tra le cause che possono condurre ad iperalimentazione in assenza di normali stimoli della fame può esserci sicuramente una pregressa ipoalimentazione, autoimposta o prescritta (in modo spesso azzardato) da un “professionista” o presunto tale. 

Seguire un’alimentazione fortemente ipocalorica può in alcuni casi avere un senso, quando per esempio ci si prepara ad un intervento di chirurgia bariatrica, oppure all’interno di un programma di digiuno intermittente che prevede alcune giornate particolarmente restrittive. In questi situazioni la presenza del professionista dell’alimentazione è assolutamente necessaria. Quando invece si ricorre al fai da te, oppure quando i consigli non vengono da una persona preparata, si va incontro a una serie di problematiche, oltre a ritrovarsi a un certo punto con un senso di fame “atomico”. Il corpo infatti risponderà alla forte restrizione calorica con una reazione del tutto normale, inviando ovvero tutti i segnali che diranno “Allarme! Stai mangiando troppo poco!!”. La forza di volontà potrà farci resistere per un po’, ma poi si cederà al senso di fame smodato e il più delle volte si andrà a riguadagnare tutto il peso perso, con gli interessi. Inoltre, è necessario specificare che una dieta non equilibrata può sì portare a una perdita di peso, ma non necessariamente si tratterà di massa grassa persa. A “rimetterci” sarà infatti soprattutto la massa magra, la quale in realtà sarebbe quella che vogliamo tutelare e, anzi, far accrescere.

SENTIMENTI NEGATIVI

L’ipoalimentazione, soprattutto se autoimposta, può farci cadere in un circolo vizioso. A momenti di volontà ferrea e restrizione alimentare seguono momenti di abbuffate, alle quali seguono sensi di colpa e sentimenti negativi. Si riparte quindi con un regime restrittivo, caratterizzato spesso anche dall’isolamento sociale. Mangiare in compagnia infatti verrà considerato un “fattore di rischio” per la propria dieta. 

È importante tenere a mente che anche se si sta seguendo un piano alimentare volto al dimagrimento mai questo dovrebbe condurre all’isolamento sociale. La convivialità è infatti una delle caratteristiche più importanti legate all’alimentazione dal punto di vista sociale. Ci sono sicuramente delle accortezze di cui si può tener conto, anche se si mangia in compagnia. E inoltre, se si segue un piano alimentare equilibrato non sarà di certo una cena con gli amici o un pranzo con i parenti a render vani tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. 

LO STRESS

Mangiare poco perché si è stressati o provare stress perché si mangia troppo poco hanno in comune una cosa: lo stress. 

Lo stress prolungato conduce a una sovrapproduzione di cortisolo da parte del surrene su stimolo ipotalamico e ipofisario. Il cortisolo è l’ormone caratteristico delle reazioni combatti o fuggi, per le quali è necessaria una immediata mobilitazione delle riserve energetiche.

Quando l’evento stressogeno è prolungato nel tempo e la produzione di cortisolo è di conseguenza prolungata si va incontro a una serie di conseguenze, tra le quali: alterazione del metabolismo di grassi e zuccheri, obesità, riduzione massa muscolare, osteoporosi, disregolazione di altre vie ormonali, alterazioni del sistema immunitario, alterazioni delle pressione arteriosa e della coagulazione.

QUANDO IL PROBLEMA NON DIPENDE DALLA DIETA…

L’emotional eating può essere un fattore che fa parte di un quadro più ampio, non dipendente dalla dieta. In questi casi si parta di: 

-Disturbo da alimentazione incontrollata (DAI)

-Alessitemia

-Scarsa consapevolezza introcettiva

IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA

Il DAI è un disturbo dell’alimentazione abbastanza diffuso. Il mangiare eccessivo e incontrollato è da ricondurre a una restrizione calorica esagerata, bensì da un quadro emotivo caratterizzato da impulsività e perdita di controllo. Ha dei criteri diagnostici ben precisi e andrebbe affrontato con il supporto di un professionista sia del comportamento che dell’alimentazione.

ALESSITEMIA

Con il termine alessitemia si intende l’analfabetismo emotivo. Non si riescono a identificare le proprie emozioni e non si riesce, di conseguenza, a comunicarle verso l’esterno.

SCARSA CONSAPEVOLEZZA INTROCETTIVA

La scarsa consapevolezza introcettiva è riconducibile all’ambiente familiare. Spesso è un quadro che si presenta quando i genitori impongono ai figli degli schemi, dei modelli. I figli andranno ad apprendere e riproporre questi modelli, senza aver imparato ad “ascoltarsi”. 

MANGIARE CON CONSAPEVOLEZZA

Alla nascita abbiamo possediamo dei meccanismi molto ben funzionanti, soprattutto ormonali, che ci aiutano nella regolazione dell’introduzione del cibo. Crescendo, per vari motivi, questi meccanismi vengono persi. Uno degli obiettivi sarebbe quello che cercare di recuperarli, mangiando con consapevolezza. Sarà il nostro corpo a dirci quando abbiamo fame e quando saremo sazi. In questo può aiutarci il mangiare lentamente, masticando bene ogni boccone e lasciandoci il tempo necessario per ascoltare gli stimoli provenienti dal nostro organismo. Un’altra accortezza sarebbe quella di evitare di arrivare al pasto non in preda a un attacco di fame. 

Fonti

Ulrich-Lai Y.M. et al., Stress Exposure, Food Intake, and Emotional State, Stress, 2015
Van Strien T., Causes of Emotional Eating and Matched Treatment of Obesity, Obesity, 2018
Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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