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Ustioni casalinghe

Durante il periodo di lockdown ci siamo ritrovati tutti, chi più chi meno, a dilettarci in attività casalinghe. Una di queste è sicuramente la cucina: come dei cuochi provetti ci siamo ritrovati ad impastare pane, focacce, preparare dolci e tantissime ricette con i fiocchi.

In molti casi, questo ha comportato un aumento del numero di piccoli incidenti casalinghi, come le ustioni, magari causate dal contatto con la resistenza del forno, nel controllare la cottura di una torta, o mentre si era intenti a friggere delle patatine non asciugate accuratamente, con la conseguenza degli schizzi d’olio addosso.

È per questo che dedicheremo questo articolo alle piccole ustioni casalinghe, alla loro
cura e al loro trattamento.

Cos’è un’ustione?

Una ustione è considerata una lesione della cute, causata da motivi ben definiti, come possono essere: contatto diretto con il fuoco o con superfici ad elevato calore, liquidi bollenti e sostanze chimiche. A volte può accadere di ustionarsi anche in seguito ad un’esposizione prolungata ai raggi solari o in seguito ad una scossa per aver toccato una presa elettrica.

Ciò che caratterizza la gravità di un’ustione è la sua estensione sulla superfice corporea, ma anche la sua classificazione in base al grado. Infatti all’aumentare del grado, le ustioni diventano più gravi, ovvero la lesione diventa man mano sempre più profonda nei vari strati cutanei.

Quali sono i gradi di un’ustione?

Si parla di ustione di I grado quando lo strato cutaneo interessato è il più superficiale e dove l’unico sintomo evidente all’occhio umano è un eritema, dovuto alla dilatazione dei capillari in superficie. La sensazione provata dal paziente è di forte dolore e bruciore nella zona interessata. Solitamente, si risolve spontaneamente nel giro di una settimana.

Le ustioni di II grado, invece, interessano sia gli strati superficiali, che quelli sottostanti: a causa della fuoriuscita di plasma dai capillari presenti in questi strati sottostanti, si creano delle bolle d’acqua che che prendono il nome di flittene. Anche in questo caso il paziente avverte senso di bruciore e di dolore molto intensi, tuttavia può rimanere una cicatrice a livello superficiale, seppur la condizione patologica si risolva spontaneamente nel giro di due settimane.

Infine, le ustioni più gravi sono quelle di III grado, le quali vanno ad intaccare gli strati profondi della cute. Esse tendono a necrotizzare, poiché l’ustione causa la morte dei tessuti. In questo stadio notiamo la formazione di croste che appaiono di colore scuro, dette escare. Una volta guarito lo strato cutaneo, la pelle continua ad apparire marrone, nera o bianco marmorea e dura al tatto (come se si formasse un callo). Questo accade perché non c’è più vascolarizzazione in quel pezzo di pelle.

Quali sono i comportamenti da adottare e quali da evitare in caso di ustione?

In caso di ustione, la prima cosa da fare, anche la più istintiva, è sicuramente quella di allontanarsi dalla fonte che sta causando l’ustione. Immaginiamo di avvicinare la mano ad una sorgente di calore: istantaneamente avremo l’istino di ritrarre la mano perché nel nostro cervello scatta il cosiddetto istino “fight or flight”, ossia quello stato di salvaguardia per cui si attiva una risposta neuronale fisiologica e immediata (non premeditata) ad un evento percepito come pericoloso per la propria incolumità.

Bisogna stare attenti però a non attuare comportamenti di salvaguardia che in questo caso, seppur istintivi, potrebbero causare più danno che beneficio. Proprio per questo motivo è bene far propri una serie di concetti da prendere in considerazione in caso di ustione. Vediamo insieme cosa fare:

  • rimuovere dalla zona interessata l’agente ustionante, ad esempio l’acqua bollente, plastica, gomma, ecc. prestando attenzione invece all’ustione da agenti chimici;
  • se prendono fuoco degli indumenti che si hanno indosso, bisogna spegnere il fuoco, senza rimuoverli, soffocandolo con degli stracci, oppure versando dell’acqua;
  • porre immediatamente la zona interessata sotto acqua corrente ad una temperatura compresa tra 15 e 25 °C per circa 15 minuti, sempre con un occhio particolare all’agente ustionante che ha generato l’ustione (se e fosse calce viva, l’utilizzo dell’acqua sarebbe da evitare);
  • una volta ripulita la zona interessata dall’ustione, ricoprire la zona interessata con delle garze sterili inumidite;

Gli accorgimenti da evitare, sono invece i seguenti:

  • svestire la persona durante un evento in atto, poiché se gli indumenti interposti tra la zona cutanea lesa e la fonte ustionante hanno adeso alla pelle, nel rimuoverli, si potrebbe determinare una rimozione dello strato cutaneo superficiale, causando un maggiore danno;
  • sfilare anelli o collanine ustionanti potrebbe estendere la zona urente e ustionata, pertanto bisogna cercare di raffreddare il metallo prima di rimuoverlo;
  • evitare uso di disinfettanti quando la zona è ancora urente, ma anche l’utilizzo di ghiaccio secco spray;
  • scoppiare le flittene, poiché questo potrebbe causare infezione ambientale e peggiorare la guarigione.

Cosa utilizzare per accelerare la guarigione ed alleviare il dolore?

Una volta superata la fase acuta, rimane la domanda: “Adesso cosa posso metterci sulla ferita per migliorarne la guarigione?”.

Prima di passare ad un trattamento casalingo, sarebbe bene far valutare da un medico lo stato dell’ustione, in quanto possiamo trattare autonomamente solo ustioni di primo e secondo grado semplici, mentre per le ustioni di secondo grado complicate e di terzo grado siamo obbligati a trattarle ambulatorialmente, o addirittura attraverso una ospedalizzazione.

A questo punto, una volta identificata l’entità dell’ustione, passiamo in rassegna alcune sostanze utili, sia che queste siano naturali o farmacologiche.

Ecco un breve elenco:

  • Aloe vera: possiede proprietà lenitive e cicatrizzanti. Queste sue proprietà sono dovute alla presenza di polisaccaridi, detti glucomannani, derivanti dallo zucchero mannosio, che vanno a stimolare l’attività dei macrofagi, riducendo così l’insorgenza di infezioni. Inoltre, potenziano la sintesi del collagene, aumentano la rigenerazione cellulare determinando delle potenzialità cicatrizzanti e riepitelizzanti;
  • Calendula: nei suoi fiori, questa possiede flavonoidi che garantiscono un effetto cicatrizzante e antinfiammatorio, nello stesso tempo contiene anche le mucillagini che conferiscono un effetto lenitivo ed emolliente, tanto da andare a lenire la sensazione di bruciore della ferita;
  • Arnica montana: utilissima per provare immediato sollievo da una scottatura, in quanto essendo un naturale vasocostrittore, diminuirà la sensazione di dolore, avendo così un effetto analgesico e, al contempo, favorirà una più rapida guarigione;
  • Acido ialuronico (Connettivina®): importantissimo per la rigenerazione del tessuto superficiale, da utilizzare, però, solo nei casi meno gravi dove sussistono ustioni di primo grado;
  • Sulfadiazina (Sofargen®): un antibiotico, da utilizzare localmente per ustioni più gravi, di secondo e terzo grado, dove potrebbe insorgere un esito infiammatorio ed infettivo più grave. Questo viene, appunto, utilizzato per curare e prevenire infezioni.

In conclusione…

Per evitare un’ustione è di gran lunga importante la prevenzione e l’attenzione in tutto ciò che si fa, ma se ciò non fosse sufficiente, bisogna sempre tenere a mente degli atteggiamenti di emergenza da seguire.

Per il resto, buona cucina a tutti!

FONTI

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/lesioni-e-avvelenamento/ustioni/ustioni

Dott.ssa Dalila Solimeni

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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Luigi Cascini
Luigi Cascini
21 Marzo 2021 8:18

Grazie D.ssa Solimeni per aver trattato un argomento così delicato in maniera chiara ed efficace. Luigi Cascini

Carlo Barbera
Carlo Barbera
18 Marzo 2021 14:46

Argomento utilissimo. È sempre importante sapere come comportarsi in determinate circostanze.Grazie alla dottoressa SOLIMENI DALILA.

Lorenzo
Lorenzo
18 Marzo 2021 12:48
Matteo
Matteo
18 Marzo 2021 11:36

Bella e brava! 👏🏻👏🏻