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I TRIPTANI: FARMACI DI PRIMA SCELTA NEL TRATTAMENTO DELL’EMICRANIA

Una delle malattie con maggiore incidenza è, senza dubbio, l’emicrania, che colpisce circa il 14% della popolazione europea. L’emicrania è tra le forme più comuni di mal di testa, e si manifesta come un intenso dolore pulsante, che interessa spesso solo un lato della testa.

CHE COS’È L’EMICRANIA?

L’emicrania è propriamente una malattia neurologica, ricorrente e molto spesso dura per tutta la vita: basti pensare che rientra tra le principali cause di disabilità a livello mondiale, con un significativo impatto sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. Colpisce soprattutto il sesso femminile (circa l’80%), e generalmente i primi attacchi si manifestano in età puberale, con picchi di insorgenza tra i 30 e i 50 anni.  Tipicamente, un attacco di emicrania nasce con un mal di testa di intensità moderata o severa, della durata di 2-3 giorni, e molto spesso il dolore è accompagnato da sintomi accessori come nausea e forte sensibilità alla luce ed ai rumori.

DA COSA È CAUSATA L’EMICRANIA?

L’emicrania è causata dall’attivazione di meccanismi che provocano il rilascio di sostanze infiammatorie a livello dei nervi e dei vasi sanguigni della testa. I fattori scatenanti l’emicrania sono diversi e, ad oggi, i meccanismi che portano allo sviluppo dell’attacco emicranico non sono ancora stati definiti chiaramente. Tuttavia, fra le diverse ipotesi formulate, la teoria maggiormente accreditata è quella trigemino-vascolare, secondo la quale l’attacco emicranico è scatenato dall’attivazione delle afferenze trigemino-vascolari, cui consegue il rilascio di sostanze vasoattive che inducono la vasodilatazione delle arterie cerebrali: è proprio questa vasodilatazione che provoca il classico dolore emicranico.

COME È POSSIBILE TRATTARE L’EMICRANIA?

Per fortuna, oggi disponiamo di terapie mirate in grado di alleviare notevolmente il carico della malattia sul paziente: il mal di testa è, indubbiamente, il sintomo doloroso di più frequente riscontro nella pratica medica, ed è proprio qui che va ad inserirsi la terapia farmacologica. Per il trattamento sintomatico (o acuto) dell’emicrania sono disponibili numerose opzioni terapeutiche. Indipendentemente dal tipo di farmaco scelto, le indicazioni sono di assumere il più precocemente possibile e a dosi adeguate la terapia, di ricorrere a vie di somministrazione alternative (sublinguale o rettale) se vi sono sintomi di accompagnamento come nausea e vomito e di preferire formulazioni contenenti un unico principio attivo.

I farmaci antiemicranici possono essere non specifici o specifici; tra gli antiemicranici non specifici ricordiamo gli antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene, acido acetilsalicilico o ketoprofene e il paracetamolo. Tutti questi farmaci sono efficaci nel contrastare un dolore di bassa o media entità, ma in presenza di condizioni più severe è necessario ricorrere ad altre soluzioni.

Vediamo in particolare gli antiemicranici specifici. Questo gruppo di molecole fa riferimento a farmaci che hanno azione analgesica in modo mirato sul dolore emicranico: i farmaci di prima scelta appartenenti a questa categoria sono i triptani, indicati per il trattamento delle crisi emicraniache di intensità moderata o severa, che possono determinare disabilità parziale o totale.

CHE COSA SONO E COME AGISCONO I TRIPTANI?

I triptani svolgono la loro attività in quanto agonisti selettivi dei ricettori 5-HT1B/1D, recettori di tipo serotoninergico: agiscono bloccando la depolarizzazione delle fibre sensitive trigeminali, inibendo quindi la trasmissione a livello dei neuroni del complesso trigemino-vascolare e il rilascio dei neuropeptidi vasoattivi, andando così a determinare una vasocostrizione intracranica. I diversi triptani hanno dimostrato grande efficacia sia sul dolore che sui sintomi associati all’attacco emicranico; la loro efficacia, come quella di tutte le altre categorie di farmaci usati in caso di emicrania, è maggiore se vengono assunti all’esordio della sintomatologia dolorosa. I triplani presentano tra loro alcune differenze, che riguardano la rapidità e la durata dell’azione, ma nel complesso l’efficacia risulta sovrapponibile.  Dopo il sumatriptan, capostipite della classe, sono stati sviluppati diversi triptani: zolmitriptan, rizatriptan, eletriptan, almotriptan e frovatriptan. Le vie di somministrazione impiegate sono piuttosto varie: si passa dalle compresse deglutibili a quelle orodispersibili, fino a supposte, liofilizzati orali e spray nasali. L’emicrania è molto spesso accompagnata da sintomi accessori più o meno gravi, che possono impedire l’assunzione di compresse per os: ecco perchè sono così diverse le formulazioni farmaceutiche dei triptani, per garantire la totale biodisponibilità del farmaco nel minor tempo possibile, in ogni condizione. Tra gli effetti collaterali, generalmente lievi e transitori, vi sono sensazione di calore e costrizione toracica e al collo, vertigini, sonnolenza, parestesie, tachicardia e aumento pressorio. Frequente, e comune tra tutte le classi di triptani, è la possibilità di recidive del dolore entro 24 ore, proprio perchè l’attacco emicranico può durare anche 2-3 giorni. Questa recidiva si risolve con una seconda dose di triptano, a cui si può ricorrere dopo un intervallo di almeno due ore dalla prima, o di un FANS.

Dott.ssa Camilla Bergamini

FONTI

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