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Covid, via libera al nuovo farmaco orale: il Paxlovid

Dalla prima settimana di febbraio è disponibile il nuovo farmaco orale Paxlovid per la terapia di pazienti adulti con infezione recente da SARS-CoV-2, con malattia lieve-moderata che non necessitano di ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 severa.

Approvato il 22 dicembre 2021 dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense ed in seguito, il 28 gennaio 2022, dall’ Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

Qual è il suo meccanismo d’azione?

Il farmaco contiene due principi attivi:

  • NIRMATRELVIR (PF-07321332) agisce riducendo la capacità di SARS-Cov-2 di moltiplicarsi all’interno dell’organismo, andando ad inibire delle proteasi virali C3-like necessarie al virus per replicarsi;
  • RITONAVIR agisce inibendo il metabolismo operato dal citocromo P3A (CYP3A) e quindi, rallentando il metabolismo del farmaco, consente al PF-073213332 di restare all’interno dell’organismo per un periodo di tempo più lungo ed avere effetti sul virus.

Come si assume?

I due principi attivi sono contenuti in due compresse distinte rivestite con film. La compressa contenente 150 mg di PF-07321332 è di colore rosa e forma ovale, mentre la compressa contenente 100 mg di ritonavir è di colore bianco e possiede una forma simile a quella di una capsula. Il dosaggio raccomandato è di 300 mg di nirmatrelvir (due compresse da 150 mg) con 100 mg di ritonavir (una compressa da 100 mg), assunti insieme per via orale ogni 12 ore per 5 giorni. Il trattamento deve essere somministrato il prima possibile, dopo la diagnosi di Covid-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza di sintomi.

Lo studio

Lo studio è stato condotto in pazienti che hanno ricevuto Paxlovid oppure placebo entro cinque giorni dall’inizio dei sintomi COVID-19, dimostrando come il farmaco abbia permesso una riduzione significativa dei ricoveri e dei decessi di pazienti che presentavano almeno una condizione preesistente che li metteva a rischio di sviluppare patologie gravi.

  • Lo 0,8% (8 su 1039) dei pazienti trattati con Paxlovid è stato ricoverato in ospedale per più di 24 ore, contro il 6,3% (66 su 1046) dei pazienti che hanno ricevuto il placebo.
  • Non ci sono stati decessi nel gruppo che ha ricevuto il farmaco, al contrario, si sono verificati nove decessi nel gruppo placebo.

La maggior parte dei pazienti coinvolti nello studio presentava un’infezione sostenuta dalla variante Delta; tuttavia, su dati di laboratorio, si prevede che il farmaco sia attivo anche nei confronti di infezioni sostenute da Omicron e da altre varianti.

Il farmaco antivirale ha mostrato una riduzione dell’89% del rischio di ospedalizzazione o morte per qualsiasi causa correlata al Covid e rispetto al gruppo placebo.

Il molnupivar ed il remdesivir

Paxlovid va ad aggiungersi ad altri due farmaci già disponibili in Italia contro il COVID-19: Lagevrio (molnupiravir) e Veklury (remdesivir). Paxlovid e Lagevrio sono però gli unici a poter essere assunti per via orale e quindi utili per terapie domiciliari. Il remdesivir è in circolazione già da tempo, sviluppato da Gilead Sciences per il trattamento della malattia da virus Ebola e poi utilizzato per altri virus.

Il molnupavir, sviluppato da Merck Sharp & Dohme, è un inibitore dell’Rna polimerasi virale che interferisce con la produzione del materiale genetico (Rna) dei virus: ostacola quindi la sua replicazione genetica causando mutazioni. Il farmaco è autorizzato per il trattamento dei pazienti Covid-19 non ricoverati con recente insorgenza di malattia da lieve a moderata. Anche in questo caso va assunto entro 5 giorni dai primi sintomi ed il trattamento dura solo cinque giorni (4 capsule due volte al giorno).

Per il remdesivir, farmaco che conoscevamo già piuttosto bene, lo scorso 21 dicembre EMA ha autorizzato un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigeno-terapia ad alto rischio di Covid-19 grave. Il farmaco può essere utilizzato fino a sette giorni dall’insorgenza dei sintomi ed in presenza di condizioni cliniche di rischio. Il trattamento, per via endovenosa, dura tre giorni. Anche in questo caso si parla di blocco della replicazione virale: il suo metabolita attivo, il trifosfato nucleosidico, agisce come analogo dell’adenosina trifosfato (ATP), competendo con il suo substrato per l’incorporazione nelle catene di Rna nascente, interferendo così con il lavoro dell’enzima Rna polimerasi.

Verso nuovi orizzonti

Paxlovid e Lagevrio sono i primi farmaci orali per la terapia Covid-19 ed è importante sottolineare come la loro immissione in commercio sia una buona arma aggiuntiva alla vaccinazione SARS-CoV-2. Questo apre nuovi scenari per contrastare il virus e soprattutto per ridurre gli effetti gravi della malattia. Infine, ma non meno importante, è l’aderenza terapeutica nella terapia domiciliare: la somministrazione orale è la più semplice e preferita dal paziente.

FONTI

An update on drugs with therapeutic potential for SARS-CoV-2 (COVID-19) treatment, S. Drozdzal, et Al.

Uso degli antivirali per COVID-19 | Agenzia Italiana del Farmaco (aifa.gov.it)

 

Dott.ssa Jessica Miele

Farmacista ospedaliera con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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