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Make up: l’altra faccia delle terapie oncologiche

Come ogni anno, Ottobre si tinge di rosa per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione contro il tumore al seno.  Quale miglior occasione se non questa, dunque, per provare a riflettere su quanto anche un make up ben eseguito possa fare la differenza per il paziente in terapia?

Sono numerosi quei pazienti oncologici che, durante le cure, riportano la comparsa di inestetismi quali pallore, borse, occhiaie, perdita di ciglia e sopracciglia ed eruzioni cutanee, che spesso richiedono del tempo per attenuarsi e scomparire.

Ed ecco che il make up, in un momento così delicato, può rappresentare un valido alleato nell’aiutare il soggetto a recuperare la propria immagine identitaria, a vivere più serenamente i rapporti sociali e, di conseguenza, migliorare sensibilmente la qualità della vita.

A tal proposito, sono stati studiati tecniche ed accorgimenti che consentono di “camuffare” perfettamente gli inestetismi tipici della malattia e delle relative terapie, con risultati estremamente naturali, nel pieno rispetto della sicurezza e del benessere del paziente.

Qual è la condizione essenziale per poter realizzare un bel make up?

Semplice: che la cute sia in buone condizioni, integra, priva di escoriazioni e/o fessurazioni che potrebbero renderla aggredibile dai batteri e che le eventuali ferite siano completamente guarite.

E qual è il requisito imprescindibile per scongiurare il rischio di infezioni? Risposta banale: l’igiene di viso, mani e degli strumenti impiegati per il trucco, che devono essere strettamente personali e che andrebbero detersi ad ogni utilizzo.

Qualche accorgimento per garantire il miglior risultato e la massima durata del trucco in assoluta sicurezza?

In primo luogo, è buona norma preparare la pelle di viso e collo con: 

  • Un’accurata detersione, prediligendo prodotti specifici, estremamente delicati e ben tollerati anche dalla cute più sensibile;
  • Un’adeguata idratazione, con siero e creme mirati, ad elevata tollerabilità.

Per di più, si raccomanda di:

  • Limitare l’uso del make up nelle 48 ore successive all’infusione del farmaco chemioterapico: è in questo arco di tempo, infatti, che potrebbero insorgere effetti indesiderati a carico della pelle;
  • Fare attenzione all’igiene e alle possibili vie di infezione tra il 7° e il 10° giorno: è proprio in questa finestra temporale che le difese immunitarie generalmente subiscono un crollo repentino.

Cosa accade alla pelle del viso del paziente in terapia?

In seguito alle cure, la cute del paziente diventa sensibile, iperreattiva e tende ad assumere un tono olivastro; è frequente la comparsa di rash cutanei, rossore e piccoli ematomi, accompagnati da un leggero edema, che può determinare anche un innalzamento della temperatura in concomitanza con lo sfogo cutaneo. 

Come può essere d’aiuto il make up?

Per mascherare gli inestetismi dovuti alla malattia oncologica e alle relative cure, generalmente si ricorre al “camouflage”. In altre parole? Si tratta di una particolare tecnica di make up, nata per nascondere imperfezioni estetiche ed inestetismi di natura congenita, traumatica o dermatologica. 

Quali sono, dunque, i cosmetici impiegati nel “camouflage”? In ordine di applicazione, fondotinta, correttore e cipria, irrinunciabile per fissare il tutto.

Sono prodotti leggeri, ma al tempo stesso molto pigmentati; per di più, presentano una texture che si uniforma perfettamente all’incarnato e che resiste ad acqua e sudore.

Come ottenere un risultato il più naturale ed omogeneo possibile? Imparando ad applicare e a lavorare questi prodotti nella maniera corretta, facendo attenzione a non esagerare con le quantità.

E a livello dell’area occhi?

Un inestetismo che compare frequentemente durante le terapie oncologiche sono le borse: quest’ultime si manifestano con un gonfiore spiccato sotto la palpebra inferiore a seguito di cure farmacologiche, a causa di un eventuale aumento di peso, della ritenzione idrica, di allergie o irritazioni.  Il risultato? Il viso del soggetto appare spento e stanco.

Anche le occhiaie sono una tipica e fastidiosa conseguenza della malattia: possono essere una caratteristica del volto, essere determinate da una repentina perdita di peso o, più semplicemente, dalla stanchezza. Le occhiaie si presentano come un’area bluastra o verdastra sotto la palpebra inferiore dell’occhio e contribuiscono, assieme alle borse, a conferire al volto un aspetto decisamente poco in salute.

Come donare luminosità allo sguardo?

Per nascondere le borse in maniera efficace e naturale è possibile ricorrere ad un correttore epiteliale di una tonalità leggermente più scura del proprio incarnato.

Al contrario, per mascherare le occhiaie, è preferibile optare per un correttore epiteliale il più simile possibile al colorito della pelle.

Qualche trucchetto?

Per camuffare borse e occhiaie, dopo aver applicato il correttore, può essere utile illuminare le guance con un tocco di blush, per un incarnato naturalmente radioso e in salute. 

E per distogliere l’attenzione dalle occhiaie? Un rossetto dal colore acceso potrà fare la differenza.

Per nascondere le occhiaie profonde, inoltre, è consigliabile evitare l’applicazione del mascara sulle ciglia inferiori: quest’ultima, infatti, creerebbe un’ombra che rischierebbe di accentuare ancora di più l’occhiaia.

E a livello di ciglia e sopracciglia?

Uno dei segni più evidenti delle terapie oncologiche è la perdita di ciglia e sopracciglia.

Si tratta di un effetto collaterale temporaneo, ma dagli esiti estremamente traumatici: ciglia e sopracciglia, oltre alla funzione fisiologica di protezione degli occhi, rivestono, infatti, un ruolo fondamentale nell’armonia globale del volto, al quale conferiscono profondità ed espressività.

La perdita delle sopracciglia è estremamente soggettiva: in alcuni casi si assiste ad un leggero diradamento, mentre in altri la perdita è addirittura totale. A volte, inoltre, può verificarsi diverse settimane dopo la perdita dei capelli.

Va sottolineato che, però, la ricrescita delle sopracciglia avviene più rapidamente rispetto a quella dei capelli: sono sufficienti solo un paio di mesi per una completa rigenerazione dell’arcata sopraccigliare.

Com’è possibile intervenire?

In caso di perdita, è possibile andare ad agire su ciglia e sopracciglia solo da un punto di vista estetico e non sulla funzionalità. Con gli strumenti giusti e un po’di manualità è, infatti, possibile ricreare otticamente l’effetto di ciglia e sopracciglia, restituendo allo sguardo profondità ed espressività. Come?

  • Con la dermopigmentazione;
  • Con il make up (matite e ombretti);
  • Utilizzando stencil e polveri minerali.

Negli ultimi due casi, per garantire la massima durata al make up, è importante fissare il disegno delle sopracciglia con una cipria naturale.

In che cosa consiste la dermopigmentazione?

Si tratta di una tecnica di tatuaggio impiegata in ambito estetico, medicale e tricologico per nascondere e camuffare numerosi inestetismi cutanei (es. cicatrici ed esiti di interventi) e ricreare otticamente l’arcata sopraccigliare.

La differenza con i tatuaggi classici? La dermopigmentazione utilizza tecnologie più sofisticate e particolari pigmenti sterili, che vengono iniettati ad una profondità inferiore rispetto al tatuaggio classico.

È bene sottolineare che tale trattamento può e deve essere eseguito solo ed esclusivamente da operatori specializzati, che abbiano acquisito le specifiche competenze presso centri autorizzati.

La dermopigmentazione richiede, inoltre, il consenso da parte del medico oncologo; per di più, è consigliabile sottoporsi al trattamento prima dell’inizio delle terapie, quando il sistema immunitario non è ancora stato indebolito dagli effetti collaterali dei farmaci.

Si tratta di un trattamento definitivo? Risposta negativa: il risultato ha una durata variabile dai 12 ai 18 mesi.

Come ricreare l’arcata sopraccigliare con il make up?

Ad esempio, utilizzando un pennello da make up con punta sottile ed un ombretto ad acqua, da scegliere in un colore il più simile possibile a quello naturale di ciglia e capelli. L’effetto ha una durata di qualche ora, va ritoccato diverse volte nell’arco della giornata e si rimuove con un detergente delicato.

È possibile ricreare otticamente l’arcata sopraccigliare anche con l’ausilio di un’apposita matita ben temperata: si disegneranno dei piccoli tratti, nel tentativo di simulare l’effetto dei peli. 

Il risultato teme il calore e richiede frequenti ritocchi.

Le parole d’ordine in entrambi i casi? Pazienza e manualità.

E con gli stencil?

Gli stencil sono “mascherine” dalle forme predefinite, che ricreano curvature sopraccigliari diverse: proprio in questo modo sarà possibile disegnare l’arcata sopraccigliare desiderata, senza discostarsi dalla forma naturale. Come si procede? Semplice: lo stencil viene appoggiato sull’area in cui si vuole ricreare il sopracciglio; si va, dunque, a riempire lo spazio vuoto della “mascherina”, applicando un ombretto minerale con l’ausilio di un pennello a punta sottile. 

Tra tutte le tecniche di make up sopraccigliare è proprio questa quella che consente, in modo semplice, un risultato più efficace, naturale e duraturo nel tempo. Se dovessimo dare i numeri? L’effetto può persistere anche 24 ore, perfino a contatto con acqua e/o sudore.

Quali accortezze deve adottare il paziente oncologico per quanto riguarda il make up occhi?

Durante le terapie, l’occhio è soggetto a disidratazione e accentuata sensibilità, soprattutto se privo di ciglia che lo proteggono. È preferibile, dunque, optare per un make up occhi estremamente leggero e delicato, realizzato con prodotti ben tollerati e facili da rimuovere. 

Se le condizioni lo consentono, è possibile utilizzare un eyeliner per sottolineare lo sguardo e compensare l’eventuale assenza di ciglia.

L’uso del piegaciglia è sconsigliato: quest’ultimo potrebbe, infatti, spezzare o far cadere le ciglia già indebolite dalle terapie.

E non è indicata nemmeno l’applicazione assidua di ciglia finte: la colla potrebbe generare irritazione e compromettere la capacità di protezione dell’occhio stesso. 

Per le stesse ragioni, è consigliabile impiegare un mascara leggero, che si possa rimuove con prodotti delicati e poco aggressivi. Come accennato in precedenza, in caso di borse e occhiaie, il mascara va applicato solo sulle ciglia superiori.

Come prendersi cura delle labbra?

Durante le terapie, le labbra tendono a seccarsi e a fessurarsi e le mucose risultano spesso alterate: sono necessarie, quindi, protezione ed idratazione costanti. Come? Anche con un bel rossetto. 

Sono da preferire i rossetti cremosi o in gloss, meglio se con un’azione idratante, e da evitare i prodotti mat o long-lasting, che potrebbero al contrario determinare disidratazione.

E per quanto riguarda il colore? Via libera ai toni accesi, ideali per dare luce e distogliere l’attenzione da eventuali piccoli inestetismi. Labbra color nude tenderebbero, infatti, a mettere in risalto occhiaie, borse e pallore.

In presenza di fessurazioni laterali, è consigliabile l’utilizzo di prodotti lenitivi e cicatrizzanti.

Per concludere

Il make up non è solo un vezzo, ma ha una vera e propria capacità terapeutica: anche sentirsi più belli e a proprio agio con se stessi e di conseguenza con gli altri può aiutare, infatti, a superare la malattia…o quanto meno (cosa non da poco) può “alleggerirla” e dare un contributo considerevole nel migliorare l’autostima. 

Considerato il contesto, siamo ancora sicuri che il make up sia un qualcosa di frivolo? 

E se non fosse la situazione a fare la differenza, rivestirebbe comunque un ruolo importante?

Perché alla fine non si parla di pazienti oncologici…ma di persone!

FONTI

Beauty Book: consigli pratici di cosmesi e make.up per le persone in terapia, G.Penazzi, A.Noviello, 2020 Edra S.p.A.

 

Dott.ssa Elena Pascucci

Laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche. Master di II livello in Scienza e tecnologia cosmetiche. Si occupa della stesura di articoli di dermocosmesi.

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