fbpx

Aglio, Olio e Peperoncino: i loro usi in ambito medico

AGLIO, OLIO E PEPERONCINO…NON SOLO IN CUCINA

Almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha avuto modo di gustarsi una bella spaghettata aglio, olio e peperoncino.

Piatto rinomato le cui origini si sono perse nel tempo, la sua forza è legata proprio alla sua semplicità.

Questo trio tanto affine da divenire certamente popolare nel mondo culinario, è riuscito, nel tempo, a ritagliarsi un certo ruolo anche nelle pratiche della medicina popolare.

Di seguito analizzeremo tutti e tre questi componenti da un punto di vista chimico-farmaceutico, andando ad evidenziare quali benefici possiamo trarre dalla loro assunzione.

AGLIO

Scientificamente indicato con il nome di Allium Sativum, la pianta dell’aglio appartiene alla famiglia delle Liliacee.

Utilizzato sin dall’antichità in ambito medico come antisettico, diuretico e vermifugo, in un secondo momento se ne è scoperta l’azione anche a livello del sistema cardiovascolare.

Nella sua forma integra, l’aglio, non emana l’odore sgradevole che si è soliti associargli, esso infatti è un fenomeno che emerge in seguito ad operazioni di masticazione, taglio o triturazione che portano alla distruzione dei vacuoli presenti all’interno della struttura cellulare dell’aglio. In seguito alla rottura dei vacuoli situati nel citoplasma, si ha la liberazione di alcuni enzimi idrolitici, in particolare dell’enzima alliinasi, i quali agiscono tramite idrolisi a livello del gruppo solfossido presente nella molecola di alliina. Il prodotto di questa reazione enzimatica è l’acido allilsulfenico, da cui si ottengono poi le molecole attive dell’aglio, come l’allicina, principale e maggiormente rappresentativo componente attivo del fitocomplesso che caratterizza questa pianta officinale e responsabile dell’odore acre.

Il fitocomplesso dell’aglio è composto anche da altre particolari sostanze che concorrono, assieme all’allicina, all’esplicazione di determinate azioni. Tra questi ricordiamo l’ajoene, presente in due forme: E-ajoene e Z- ajoene.

Attualmente le attività farmacologiche riconosciute sono differenti:

  • Azione antitrombotica e vasoprottettrice: ajoene e allicina sono due antiossidanti naturali e questo spiegherebbe la loro azione antiossidante a livello fisiologico. L’ajoene, inoltre, sembra essere in grado di agire anche come inibitore dell’aggregazione piastrinica.
  •  Azioneipotensiva
  •  Azioneantidiabetica
  • Azione antibatterica: l’allicina è in grado di stimolare il sistema immunitario. In particolare, sembra
  • possedere una buona azione contro l’Helicobacter Pylori
  • Azione antitumorale: L’allicina aumenta le concentrazioni di glutatione-S-transferasi, andando a limitare la formazione di nitrosammine, le quali hanno azione cancerogena. In parallelo, lo Z-ajoene ha dimostrato possedere una attività anti-proliferativa ed inibitoria verso i fattori di crescita cellulare.

OLIO

L’olio extra vergine di oliva è ottenuto da un processo di estrazione meccanica dei frutti ottenuti dalla pianta sempreverde Olea Europea. L’estratto è composto principalmente da acidi grassi saturi e insaturi, a cui seguono molte vitamine liposolubili, β-caroteni, tocoferoli, polifenoli, oleuropeina, triterpeni, tannini e sali minerali.

Questo ricco arsenale partecipa attivamente alla sua azione principale, ossia la difesa all’ossidazione.

Proprio grazie a questa funzione antiossidante, si mostra essere un valido alleato per prevenire malattie cardiovascolari, infiammatorie e svolge un certo ruolo nella prevenzione dello sviluppo di patologie tumorali. Il nostro organismo possiede alcuni meccanismi di difesa endogeni che, tuttavia, tendono a ridursi nel tempo, ecco quindi che acquista importanza l’aiuto esterno dato da alimenti e integratori.

L’olio d’oliva apporta al nostro organismo diversi acidi grassi, tra i più importanti sono da ricordare l’acido oleico e linoleico: questi acidi insaturi presentanti doppi legami cis, sono i veri responsabili dell’azione protettiva.

Oltre agli effetti sopra elencati, studi recenti dimostrano una buona influenza da parte di questo alimento a livello del microbiota intestinale, andandone a favorire la grande biodiversità batterica, con risvolti positivi sulla salute generale dell’intero organismo.

È stata evidenziata anche la presenza, nell’olio extravergine appena spremuto, di un’ulteriore sostanza, l’oleocantale, in grado di agire come inibitore delle COX-1 e COX-2, dando luogo ad una azione antiinfiammatoria. Tale effetto si avrebbe, tuttavia, solo in seguito ad una massiccia ingestione di olio, ragion per cui al momento questa evidenza non trova spazio di applicazione.

Se i frutti dell’Olea Europea contengono principalmente lipidi, le foglie fresche della pianta rappresentano un’altra importante droga offerta dalla pianta.

Disponibili durante tutto l’anno e caratterizzate da un sapore amaro, le foglie dell’Ulivo contengono un particolare glucoside secoiridoide, l’Oleuropeina, e il tirosolo. Mentre la prima si rappresenta utile nel mantenimento dei valori pressori, non in caso di patologie importanti, la seconda è presente in molti integratori sempre per la sua azione antiossidante.

Da ricordare, infine, come l’olio di oliva venga utilizzato molto anche dall’industria cosmetica grazie alle sue caratteristiche emollienti e sebo ricostituenti.

PEPERONCINO

Frutto della pianta conosciuta con il nome di Capsicum Annuum, ne esistono di infinite varietà.

La sua piccantezza deriva dalla presenta di alcaloidi che hanno perso la loro basicità e vengono indicati con il nome di Capsaicinoidi. Dal punto di vista chimico, tali composti sono delle amidi, possiedono una porzione alifatica e una aromatica e sono altamente stabili sia al tempo che al calore.

Capsaicina e diidrocapsaicina, sono i componenti responsabili della piccantezza e maggiormente più significativi dal punto di vista farmacologico: svolgono azioni vasodilatatrice, antibatterica, digestiva, antiossidante e antidolorifica.

Quest’ultima azione è la maggiormente studiata e dimostrata, tanto che in commercio si possono trovare preparazioni a base di peperoncino consigliate per patologie quali neuropatie, artrite reumatoide e mal di testa a grappolo.

Il meccanismo che garantisce questa azione analgesica, rimanda alla capacità della capsaicina di interagire con il canale TRPV1. Questa proteina di membrana è coinvolta nelle vie di trasduzione dei segnali che consentono la percezione del dolore. Essi infatti si fanno carico della rilevazione di variazioni fisiche potenzialmente pericolose (ex. Variazione di temperatura) che inviano poi a livello del sistema nervoso centrale.

D’interessa è anche l’applicazione di pomate a base di capsaicina nella terapia contro l’Herpes Zoster (virus causa del Fuoco di Sant’Antonio). La molecola attiva è in grado di entrare in contatto con la sostanza P, ossia un mediatore chimico che trasmette la percezione di dolore a livello cerebrale, andando a fornire sollievo al paziente.

Le persone asmatiche dovrebbero evitare i cibi piccanti in quanto la capsaicina mostra una elevata tossicità polmonare.

A cura di Roberta Peron

Fonti:

http://www.agenziafarmaco.gov.it/allegati/bif3_09_roastbif.pdf https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7146530/pdf/nutrients-12-00872.pdf https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32213941/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6271412/pdf/molecules-19-12591.pdf https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6722810/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7432674/pdf/ijms-21-05179.pdf

https://www.lescienze.it/news/2007/10/04/news/anestesia_al_peperoncino- 581567/#:~:text=Un%20gruppo%20di%20ricercatori%20del,gli%20altri%20tipi%20di%20neuroni.

Dott.ssa Roberta Peron

Laureata in farmacia, appassionata di divulgazione scientifica.

Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments