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Dipendenza da social media: cosa si nasconde dietro il gesto dello “scroll”

Dipendenza da smartphone o da social media: i social network sono progettati per tenerci incollati allo schermo, e noi non siamo altro che un insieme di dati, informazioni utili per formare un modello di customer sempre più preciso che ci mostrerà contenuti sempre più appetibili e, per i più scettici di noi, manipolare anche le nostre opinioni e spingerci verso fazioni sociali e politiche senza che noi ce ne accorgiamo.

Un eccessivo uso dello smartphone

Senza entrare in merito alle teorie più conspirazionali, un eccessivo uso dello smartphone tende ad isolarci, allontanarci dalla vita sociale e dalla nostra famiglia, esattamente come succede con le tossico dipendenze; nelle prime fasi infatti il soggetto tende ad isolarsi rispetto la vita sociale, interrompendo le relazioni interpersonali. Può succedere che in un momento critico, stressante della nostra vita o in soggetti predisposti, il senso di protezione dato dall’anonimato di internet possa portare all’isolamento sociale: ciò comporta l’instaurazione di un circolo vizioso, dove l’utente cerca conforto nel web, ponendo sempre meno importanza al disturbo reale, che in questo modo non viene risolto.

Questo può portare inoltre, all’interno del nostro nucleo familiare o gruppo di amici, a non accorgersi di tutte le altre forme distruttive causate dall’errato uso di internet, come la depressione da social media, patologia sempre più dilagante, stimata come la principale causa di disabilità nel paesi del primo mondo entro il 2030, soprattutto nei giovani.

Dipendenza da internet

La dipendenza da internet viene classificata come un disturbo da discontrollo degli impulsi, termine coniato da Ivan Goldberg nel 1995. Questo tipo di disturbo, però, non si riferisce alla sola dipendenza da social media, ma comprende un ventaglio molto più ampio, come la dipendenza da pornografia e sesso virtuale, il gioco d’azzardo, i videogiochi, lo shopping compulsivo e la depressione.

Quanto tempo si passa in media sugli smartphone?

Stando agli studi che si stanno sviluppando sul tema, in Italia le persone usano lo smartphone per due ore e mezza al giorno, fino ad arrivare a quattro ore e mezza nel 20% dei casi più conclamati. Lo schermo? Viene controllato 47 volte al giorno da un singolo utente.

Ma veniamo all’argomento dell’articolo di oggi: lo scroll.

Lo scroll è semplicemente il gesto che facciamo con il dito dall’alto verso il basso per aggiornare il feed dei social media, le pagine home di Facebook e Instagram ne sono un esempio. Ma non è l’unico gesto che innesca questo particolare impulso.

Vi sarà già capitato di trovarvi ad aprire in maniera compulsiva l’app di Facebook ed accorgervi solo successivamente di averlo fatto in maniera impulsiva, senza pensarci più di tanto. Questo succede perché il nostro sistema nervoso centrale ha imparato una nuova via per accedere al rilascio della serotonina, detta anche “l’ormone del buonumore”, che, non a caso, è carente proprio nel momento in cui stiamo attraversando un periodo critico o stressante della nostra vita (e con i ritmi della globalizzazione, chi può dire di non essere lievemente stressato?).
Perciò, andando continuamente a fare lo “scroll”, sui feed delle nostre pagine social, stiamo cercando degli stimoli positivi che producano la serotonina che tanto ci manca: questi stimoli positivi si traducono nei nuovi contenuti da vedere; un video divertente, una foto di un’amica sorridente che non vediamo da tanto tempo, cuccioli di gatti.
Non sempre però si aggiorna il feed: ed è qui che entra in gioco il meccanismo delle slot machine, e, se vogliamo, in una visione più ampia quello della ludopatia. Il gesto di tirare giù la leva per far girare i rulli è molto simile a quello dello scroll. In questo modo si innesca un circolo vizioso, che ci “aggancia”, e ci porta a “scrollare” finchè non troviamo nuovi contenuti, nuovi stimoli positivi che ci porteranno a produrre serotonina ed essere così più felici (trascurando i disagi che ci portano ad avere questo atteggiamento).

Come facciamo a “venirne fuori”?

Ci sono moltissimi modi per far in modo di produrre la serotonina, anche senza entrare nel circolo vizioso delle dipendenze: basta trovare uno stimolo positivo, che non sia dannoso per la nostra psiche. Impiegare il proprio tempo con un hobby, ci porta ad usare gli stimoli positivi per produrre qualcosa di costruttivo, come un dipinto, una poesia, una canzone, il giardinaggio, una partita di calcio, di pallavolo o cucinare. Se questo non basta, la tecnologia può darci una mano: installare un’app che limita l’uso dello smartphone e delle applicazioni che ci portano a spendere troppo tempo davanti alla schermo.
Se, invece, la situazione risulta più complessa, può essere utile un confronto con un esperto.

La conclusione?

Nel mondo in cui viviamo svolgiamo tutti una vita frenetica ed è fisiologico cercare una via di uscita dai nostri momenti più stressanti ed è normale cercarla nel mondo di internet.

Questo perché è il modo più semplice e veloce per evadere dalla vita reale, tuttavia non bisogna mai diventare dipendenti ed esagerare poiché quest’abitudine può avere effetti negativi sulla nostra psiche. Cercate di ricavare del tempo per creare qualcosa di costruttivo, la vostra mente ve ne sarà grata.

Dott.ssa Laura Ciarletta

Laureata in Farmacia. Nutre una profonda passione per la fitoterapia e la medicina alternativa come supporto alla medicina tradizionale.

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