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Test diagnostici e COVID-19: facciamo chiarezza

In questo ultimo mese, a causa del nuovo aumento dei casi dovuti al dilagare della variante Omicron in Italia, è nuovamente aumentata la richiesta di sottoporsi a test diagnostici per confermare o meno la positività all’infezione da SARS-CoV-2. Quali sono i tipi di test disponibili e come funzionano?

Ne esistono tre tipologie: il test molecolare, il test antigenico rapido e il test sierologico.

  1. TAMPONE MOLECOLARE: questo test diagnostico ha lo scopo di ricercare in genoma virale di SARS-CoV-2 nel campione di muco che riveste le cellule superficiali della mucosa del rinofaringe e dell’orofaringe tramite tamponi naso-faringei od oro-faringei (bastoncino cotonato).

La tecnica che viene utilizzata per l’analisi si chiama rt-PCR: mediante l’amplificazione del genoma presente nel campione, è possibile identificare in modo altamente specifico e con elevata sensibilità uno o più geni target del virus, se presenti nel campione.

La metodica con cui il campione viene processato è particolarmente complessa, per cui può essere effettuata solamente in laboratori di riferimento. Il risultato, infatti, sarà disponibile nelle 24 ore successive al prelievo.

 

  1. TAMPONE ANTIGENICO RAPIDO: questo test diagnostico valuta direttamente la presenza del virus SARS-CoV-2 all’interno del campione biologico tramite la ricerca di proteine specifiche espresse dal virus stesso: gli antigeni.

Questo test utilizza come substrato anticorpi policlonali o monoclonali specifici in grado di legare alcune proteine presenti sulla superficie del virus. Il risultato di questa interazione antigene-anticorpo può essere una reazione visibile a occhio nudo (striscia T della piastrina). Sono test di tipo qualitativo: identificano la presenza o meno di SARS-CoV-2 all’interno del campione raccolto dal soggetto, ma non possono fornire informazioni riguardo la carica virale.

Questo tipo di test può essere effettuato mediante tampone nasale, naso/oro-faringeo o tampone salivare e presenta tempi di risposta inferiori rispetto al test molecolare (15 minuti).

 

  1. TEST SIEROLOGICI: questi sono test diagnostici indiretti, ovvero ricercano la presenza di anticorpi specifici prodotti dal soggetto infetto per difendersi da SARS-CoV-2; ciò vuol dire che possono fornire informazioni solo sulla eventuale esposizione di un soggetto al COVID-19 avvenuta recentemente o nel passato, senza fornire informazioni riguardo una possibile infezione in corso.

La ricerca viene effettuata su campioni di sangue o saliva, possono essere rapidi e qualitativi (test “pungi-dito”), oppure quantitativi (analisi su prelievo di sangue).

E’ sicuramente il diagnostico che presenta più criticità, legate in particolar modo ai tempi di sviluppo della risposta anticorpale (giorni o settimane) e alla maggiore possibilità di dare falsi positivi per reazione degli anticorpi con un tipo diverso di Coronavirus.

 

Tra questi il tampone molecolare rappresenta il “golden standard” nella diagnosi di COVID-19 poiché è in grado di rilevare il patogeno anche con bassa carica virale in sintomatici, pre-sintomatici e asintomatici. E’ l’unico test indicato per i sintomatici e può essere utilizzato anche per confermare una diagnosi di positività ottenuta da un precedente test rapido.

 

I test antigenici rapidi (nasale, oro-faringeo e salivare) vengono impiegati per una diagnosi preliminare in farmacia oppure, tramite i kit “fai-da-te”, per una diagnosi in autonomia.

Sebbene il tipo di diagnostico utilizzato sia lo stesso, la differenza principale tra un test condotto in farmacia e uno condotto autonomamente risiede soprattutto nelle condizioni di esecuzione. In farmacia, infatti, il test viene effettuato da personale specializzato, per cui è molto meno probabile che ci siano dei falsi negativi o falsi positivi, inoltre il risultato viene caricato direttamente su una piattaforma che permette di avviare lo stato di quarantena per l’individuo in caso di positività, per cui tutto il sistema è più immediato e completo. Il rischio per chi lo esegue autonomamente è quello di dover ripetere il test più volte per avere un risultato esatto, inoltre in caso di positività, l’immediatezza nella comunicazione dei risultati verrebbe meno, aumentando la possibilità di contagiare altre persone.

 

FONTI

https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4403-coronavirus-come-dove-quando-fare-tamponi-e-test-sierologici.html

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/molecolari-sierologici-e-antigenici-tutti-i-test-per-covid-19

Dott.ssa Chiara Sciaudone

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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