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TAMPONI COVID-19: COME VENGONO EFFETTUATI E A CHI SONO DESTINATI.

Lo scorso 3 aprile il Ministero della Salute, in particolare la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, ha emanato una circolare di “aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità”, la quale adotta una strategia che individua le priorità per l’esecuzione dei tamponi per SARS-Cov-2.

Prima di illustrarla è necessario spiegare chiaramente quali sono stati i criteri finora adottati secondo indicazione dell’OMS a partire dal meccanismo d’azione del COVID-19.

COME INFETTA IL CORONAVIRUS

Il virus Corona è del tipo a RNA. Affinché possa verificarsi l’infezione, i Coronavirus devono aderire alla membrana cellulare delle cellule bersaglio dell’ospite grazie alle proteine S (che determinano la morfologia caratteristica a “corona”), interagendo e praticando l’entrata nel citoplasma della cellula bersaglio. Qui il virus rilascia il suo filamento di RNA, cioè il suo patrimonio genetico, che viene tradotto e trascritto attraverso processi che richiedono enzimi specifici. Quindi, una volta formati i nuovi virioni grazie alla cellula ospite, questi ne escono per esocitosi: il virus ha prodotto migliaia di copie di se stesso utilizzando i meccanismi di replicazione della cellula infettata.

Ognuna di queste fasi coinvolge diversi enzimi e substrati, e tali fasi possono esse utili, attraverso tecniche diagnostiche specifiche, a individuare la presenza del virus e i bersagli dove interferire con il processo di infezione.

TECNICHE DIAGNOSTICHE: TAMPONI

Il tampone si effettua prelevando le secrezioni respiratorie del tratto naso-faringe.

Successivamente, quest’ultimo si rende disponibile alle analisi di laboratorio.

Per virus di questo genere la metodica diagnostica usata è la reazione a catena della polimerasi inversa, il cui acronimo inglese è RT-PCR, che consiste nella sintesi di una molecola di DNA a partire da uno stampo di RNA. La RT-PCR è una tecnica sfruttata in laboratorio per studiare l’espressione genica del virus, individuarlo anche nelle sue variabili di mutazione e quantificarlo.

Significa che il test impiegato usa un artificio per identificare il patrimonio RNA del virus, sfruttando la sintesi del DNA corrispondente. Su indicazione dell’OMS, poiché il virus potrebbe mutare, il test deve essere eseguito usando come “primer” per la PCR (che lo identifica) diverse sequenze, in modo che, se anche mutasse, il test per COVID-19 non risulterebbe negativo.

TEST RAPIDI

Nella circolare diffusa il 3 aprile, il Ministero della Sanità, considerando la rapida diffusione epidemiologica della pandemia, ha reso necessario adottare nuovi criteri di diagnosi del virus, considerando anche la ripetuta segnalazione di carenze nella disponibilità dei reagenti indispensabili all’esecuzione dei test RT-PCR.

In tale ottica, nella circolare si riportano le dichiarazioni dell’OMS circa l’impiego di KIT COMMERCIALI DI DIAGNOSI RAPIDA, i quali rappresentano una esigenza in situazioni

emergenziali come quella attuale.

Sono stati messi a punto da diverse aziende i Test Molecolari Rapidi CE-IVD e/o EUA/FDA (Point of care tests) basati sulla rilevazione dei geni virali direttamente nelle secrezioni respiratorie che permetterebbero di ottenere risultati validi in tempi brevi. Questi test mettono in atto lo stesso meccanismo della RT-PCR, ma in modo simultaneo automatico e rapido. Inoltre i KIT sono già corredati di tutti gli accessori (come ad esempio i reagenti) e forniscono la riposta in circa due ore.

Altri test utili nella ricerca e nella valutazione della circolazione virale sarebbero i test sierologici.

Ma per il loro uso nell’attività diagnostica di infezione in atto da SARS-COV-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa.

In particolare i TEST RAPIDI BASATI SULL’IDENTIFICAZIONE DI ANTICORPI IgM e IgG specifici del Covid-19 (rilevabili grazie al prelievo di gocce di sangue o di siero attraverso prelievo ematico), NON POSSONO, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, SOSTITUIRE il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei.

PERCHE’?

Il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è ad oggi sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione degli anticorpi non è indicativa di un’infezione acuta in atto, quindi della presenza del virus nel paziente e del rischio associato a una sua diffusione nella comunità.

Inoltre, la presenza degli anticorpi specifici potrebbero creare un falso positivo se il paziente fosse venuto a contatto con virus della famiglia corona ma non con SARS-COV-2.

Infine, l’assenza di rilevamento di anticorpi non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce o asintomatica, in quanto la risposta immunitaria può manifestarsi successivamente rispetto al momento di instaurazione dell’infezione virale.

PRIORITA’ DI ESECUZIONE DEI TAMPONI

L’esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici e ai contatti familiari e residenziali sintomatici, con cernita dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o sospetto.

In caso di sovraccarico dei laboratori di analisi, le Regioni identificano laboratori aggiuntivi considerando anche la possibilità di fornire laboratori mobili (drive-in clinics).

Tutti i test si intendono da effettuare mediante laboratori certificati di riferimento regionale e personale formato e qualificato.

In caso di necessità, ad esempio per accumularsi di campioni da analizzare con ritardi nella risposta, carenza di reagenti, sovraccarico del personale di laboratorio etc., la circolare dispone i seguenti criteri di PRIORITA’, raccomandati dall’OMS:

– pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave;

– tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze assistenziali e nelle strutture di lunga degenza;

– operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso personale di soccorso ed emergenza, ausiliari e tecnici verificatori);

– persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come anziani con pluripatologie;

– primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse (per identificare focolai e provvedere il contenimento).

 

FONTI

http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73799&parte=1%20&serie=null

Dott.ssa Eleonora Ioannacci

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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