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COVID-19 e ipertensione, confermata sicurezza di ACE-inibitori e sartani

“Non ci sono prove scientifiche del fatto che Ace-inibitori e Sartani favoriscano o aggravino l’infezione da Covid-19”.

Sono queste le conclusioni di uno studio italiano recentemente pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’, condotto dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con Istituto nazionale tumori (Int) di Milano e Aria (Azienda regionale per l’Innovazione e gli Acquisti). 

Gli antagonisti del recettore dell’angiotensina, i cosiddetti sartani e gli Ace-inibitori, sono tra i farmaci più utilizzati al mondo nel trattamento di ipertensione, scompenso cardiaco, patologie renali e cardiovascolari.

A porre l’attenzione su queste categorie di farmaci, erano stati i risultati di precedenti studi che avevano dimostrato come l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina (ACE2), una amminopeptidasi legata alla membrana citoplasmatica e molto espressa a livello polmonare, venisse utilizzata dalla proteina “spike” dei coronavirus come recettore per il loro ingresso nelle cellule. Considerato che questi farmaci aumentano l’espressione dell’enzima Ace2, da qui l’ipotesi che i pazienti curati con queste terapie potessero essere maggiormente a rischio di infezione da Covid-19.

Lo studio

Il lavoro è stato realizzato confrontando 6.272 casi di pazienti con grave infezione respiratoria da virus Sars-CoV-2, accertati nel periodo tra il 21 febbraio e l’11 marzo 2020, con un gruppo controllo di 30.759 sani, iscritti nel Registro sanitario della Regione Lombardia. 

Ad ogni caso paziente di Covid-19 sono stati assegnati in maniera casuale cinque controlli, simili per età, sesso e Comune di residenza.  Ad ogni campione è stato associato un indice di prognosi, con uno score da 0 a 4, dove il valore più alto indica uno stato clinico peggiore. L’analisi ha evidenziato che i pazienti affetti da malattie cardiovascolari ( quindi coloro i quali che fanno uso di antiipertensivi) hanno un punteggio più elevato nello score. Questo ha suggerito che le manifestazioni cliniche del contagio si manifestano soprattutto in quei pazienti già affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche. 

Risultati

Tra i risultati è emerso, inoltre, che rispetto ai vari gruppi di controllo, i pazienti affetti da Covid-19 fanno un uso del 10-13% maggiore di Ace-inibitori e sartani, ma anche di altri antipertensivi, come diuretici, betabloccanti e di altri farmaci quali gli antidiabetici. Questo risultato evidenzia quindi che Ace-inibitori e sartani non sono direttamente associabili ad un maggior rischio di sviluppo o aggravamento dell’infezione. I pazienti che hanno contratto il virus sono principalmente quelli che hanno uno stato di salute in qualche modo già compromesso, ed in cui il maggiore consumo di farmaci è una conseguenza.

Nonostante si tratti di uno studio retrospettivo, i pazienti in terapia con Ace inibitori e sartani possono continuare ad assumerli senza particolari timori.

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