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Farmaci e succhi di frutta: what happens

L”interazione farmaco-alimento è un evento che può essere particolarmente importante. Soprattutto quando l’assorbimento totale del farmaco è alterato e ciò influisce sulla sua efficacia e tossicità. Per questa ragione le interazioni effettive o potenziali tra cibo e farmaci dovrebbero essere rese note al paziente durante la prescrizione di un farmaco e controllate durante la revisione dell’appropriatezza del trattamento. In particolare, nel corso degli anni l’interazione succo di frutta-farmaco ha ricevuto un vasto interesse da parte della comunità scientifica. Il succo di frutta è una bevanda prodotta spremendo o schiacciando frutta fresca e spesso consumata per i suoi benefici percepiti sulla salute.

Ma cosa succede se assumo contemporaneamente un farmaco ed un succo di frutta? Vediamo il caso del succo di pompelmo.

Sia a livello epatico che a livello intestinale esprimiamo una particolare classe enzimatica: il citocromo P450 (CYP). Questi enzimi aiutano il nostro organismo a metabolizzare più del 70% dei farmaci. Tra questi, il CYP3A4 è quantitativamente il più importante enzima P450 negli adulti. È espresso in misura maggiore nel fegato umano (95%) ma anche nell’intestino tenue, contribuendo così al metabolismo di circa il 30% di tutti i farmaci. All’interno del succo di pompelmo troviamo una classe di molecole attive denominata furanocumarine, di cui fanno parte la 6′7’-diidrossibergamottina (DHB) e la bergamottina. Queste molecole sono in grado di inibire l’attività del CYP3A4 presenti nelle cellule della mucosa del tratto gastrointestinale. Il risultato dell’interazione è una riduzione del metabolismo pre-sistemico (fase che anticipa l’assorbimento del farmaco), causando un aumento della biodisponibilità, livelli plasmatici più alti e possibilmente un incremento degli effetti farmacodinamici e rischio di tossicità. È importante sottolineare che questa interazione si manifesta solo per i farmaci substrati del CYP3A4 ed in particolare per la via di somministrazione orale. Infatti, i farmaci assunti per qualsiasi via di somministrazione diversa da quella orale non sono influenzati dal succo di pompelmo, anche se sono substrati del CYP3A4.

Atri esempi: Simvastatina

Un esempio è dato dalla simvastatina. La simvastatina è un farmaco ipolipemizzante prescritto per il trattamento della l’ipercolesterolemia ed è substrato del CYP3A4. Ingerire una compressa di simvastatina con un bicchiere di succo di pompelmo equivale all’assunzione di 12 compresse con un bicchiere d’acqua, aumentando il rischio di danni epatici e muscolari. Un caso particolare è dato dall’interazione con il sildenafil. Per il sildenafil, il succo di pompelmo produce un effetto opposto a quello previsto in quanto non si verifica un aumento della biodisponibilità del farmaco ma una riduzione. La ridotta biodisponibilità del sildenafil può essere attribuita ad un effetto del succo di pompelmo sui trasportatori di assorbimento o a un’interazione fisico-chimica tra il sildenafil e alcuni costituenti del succo di pomepelmo.

I principi attivi noti per interagire con il pompelmo sono diversi e circa la metà di queste interazioni hanno il potenziale di causare gravi eventi avversi. Per questa ragione un nuovo aggiornamento della U.S. Food and Drug Administration (FDA) consiglia di non prendere alcuni farmaci con succo di pompelmo.

E gli altri succhi di frutta?

Recentemente sono state messe in evidenza le interazioni tra farmaco e diversi tipi di succo di frutta come il succo di mela, il succo d’uva, il succo di melograno, il succo di mirtillo e il succo d’arancia. Un esempio è dato dal succo d’arancia, il quale interagisce con agenti cardiovascolari (celiprololo), agenti anti asmatici (montelukast), agenti antibatterici (fluorochinoloni) determinando una diminuzione della biodisponibilità del farmaco e rischio di fallimento terapeutico per via della riduzione dell’efficacia. Ad esempio, nel caso del celiprololo si ha una riduzione della concentrazione plasmatica per via di due possibili meccanismi.

Il primo di carattere chimico-fisico: il pH acido (3.5) del succo d’arancia abbassa il pH nel lume intestinale e quindi riduce la quantità di farmaco non ionizzato che potrebbe essere assorbita. Il secondo di carattere molecolare riguarda il fatto che i costituenti chimici del succo d’arancia possono modulare la funzione dei trasportatori nella parete intestinale.

Il succo di melograno, invece, se assunto in concomitanza con la somministrazione per via endovenosa di ferro, durante l’emodialisi, potrebbe attenuare l’aumento dello stress ossidativo sistemico e infiammazione indotta dal ferro. Tali effetti benefici sono probabilmente dovuti al succo di melograno succo di melograno ha un potente contenuto di antiossidanti come i polifenoli.

Ma l’interazione si presenta anche se mangio il frutto intero?

Ad oggi qualsiasi preoccupazione terapeutica per un’interazione farmacologica con il pompelmo dovrebbe essere estesa allo scenario con il frutto, poiché è stato dimostrato che anche l’assunzione del singolo frutto determina una riduzione dell’attività del CYP3A4. Per altri frutti, attualmente non esistono evidenze scientifiche di un confronto diretto tra frutta intera e succo di frutta in termini di interazione farmacologica nell’uomo.

Fonti:

Bailey DG. Fruit juice inhibition of uptake transport: a new type of food-drug interaction. Br J Clin Pharmacol. 2010 Nov;70(5):645-55. doi: 10.1111/j.1365-2125.2010.03722.x. PMID: 21039758; PMCID: PMC2997304.

Arayne MS, Sultana N, Bibi Z. Grape fruit juice-drug interactions. Pak J Pharm Sci. 2005 Oct;18(4):45-57. PMID: 16380358.

Dott.ssa Francesca Sciandra

Dott.ssa in farmacia, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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