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DOPO LA DIAGNOSI DI DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO (DSA)-parte 3

 DOPO LA DIAGNOSI DI DSA- parte 3

 

Negli articoli precedenti è stato definito il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) (parte 1) e l’iter di valutazione (parte 2) per giungere o per escludere una diagnosi.

Sono state descritte le figure professionali coinvolte in quella che, date le linee guida della Consensus Conference del 2007, deve essere una valutazione multidisciplinare volta alla somministrazione di prove in lettura, scrittura e calcolo, quindi in generale degli apprendimenti e dell’automatizzazione dei processi; nei DSA infatti l’automatizzazione dei processi di calcolo (es. le tabelline) e/o di lettura (correttezza e velocità)  e/o di scrittura (es. tratto grafico) è deficitario.

Inoltre, affinché il DSA possa essere diagnosticato, bisogna escludere qualsiasi forma di disabilità intellettiva o disturbo neurologico di vario tipo  e per fare ciò, la valutazione deve comprendere strumenti psicodiagnostici delle abilità intellettive generali con strumenti come la Wechsler Intelligence Scale for Children-IV (WISC-IV) per bambini e la Wechsler Adult Intelligence Scale-IV (WAIS-IV) per adulti. Per una valutazione completa, si consiglia la somministrazione di test neuropsicologici per la valutazione delle funzioni cognitive (memoria, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive).

 

Una volta giunti alla alla diagnosi di DSA, il vissuto emotivo ed esperienziale del soggetto riflette spesso bassa autostima, poco senso di autoefficacia, assenteismo da scuola o dai posti di lavoro, sforzo cognitivo maggiore per superare gli esami universitari, stanchezza, faticabilità. I soggetti con DSA possono sperimentare sintomatologia ansiosa e/o depressiva, isolamento sociale, vissuti emotivi non autoregolati.

Dopo la comunicazione della diagnosi, sarà compito dei professionisti quello di dover indirizzare il soggetto e i genitori (soprattutto nei casi dei minori) verso le misure da adottare e le strutture da includere; misure che devono necessariamente prevedere una collaborazione attiva e organizzata con gli enti scolastici e privati, qualora il soggetto svolga attività extrascolastiche che implicano l’utilizzo delle abilità citate.

 

QUALI SONO GLI STRUMENTI A SUPPORTO?

L’esistenza di strumenti “dispensativi e compensativi”  facilita e migliora la qualità dell’apprendimento nei soggetti con DSA, migliorandone inevitabilmente la qualità di vita. L’utilizzo è previsto sia in classe che durante lo studio autonomo per fungere da “stampella” e, quindi, da sostegno all’impegno scolastico, universitario o lavorativo del soggetto e da supporto allo sforzo cognitivo maggiore di un soggetto con DSA  rispetto ad un soggetto che non manifesta il disturbo.

 

Con il termine “compensativo” indichiamo strumenti a supporto degli apprendimenti.

 

Di seguito l’elenco delle maggiori misure compensative che possono essere richieste:

 

  • AUSILI TECNOLOGICI: tablet o computer con programmi di videoscrittura, correttore ortografico e sintesi vocale, o diversi ausili
  • Audiolibri, testi scolastici con allegati CD‐ROM
  • Testi in formato PDF – Biblioteca digitale
  • Traduttori automatici digitali ;
  • Schede per le forme verbali, l’analisi grammaticale, logica e del periodo;
  • Dizionari in lingua straniera computerizzati con tabelle e traduttori;
  • Tabelle e mappe concettuali per tutte le discipline;
  • Tavola pitagorica e tabelle delle misure e delle formule geometriche;
  • Calcolatrice
  • Tutor DSA

 

 

Con il termine “dispensativo” facciamo invece riferimento a quelle misure che vengono adottate per esonerare il soggetto da alcune modalità, che presuppongono abilità deficitarie, che inficerebbero negativamente la valutazione e il rendimento.

 

Misure dispensative:

  • Non richiedere: lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario cartaceo, studio mnemonico (in particolar modo delle forme verbali), la scrittura in corsivo in favore dello stampato maiuscolo.
  • Evitare l’uso di materiale scritto a mano
  • Evitare le correzioni ortografiche
  • Assegnare tempi maggiori per le prove scritte
  • Interrogazioni programmate e verifiche comunicate per tempo
  • Evitare più di una verifica o interrogazione nella stessa giornata
  • Assegnare compiti a casa in misura ridotta
  • Favorire l’apprendimento della lingua straniera nella forma orale.

 

Risulta importante che il soggetto venga formato ed educato all’utilizzo di questi strumenti che non devono essere considerati dei  meri facilitatori delle performances o misure mirate ad evitare interrogazioni, esami e prove.

È necessario che il soggetto abbia consapevolezza dell’utilizzo degli strumenti in quanto, avere un disturbo specifico dell’apprendimento non deve tradursi in un “mollare la presa” o in un impegno carente  nelle sfide quotidiane a causa delle difficoltà riscontrate.

Per ciò che concerne gli interventi di potenziamento cognitivo volti a migliorare le abilità, come indicato dal Consensus Conference del 2007: “Per quanto riguarda il trattamento della dislessia, dalle evidenze attualmente disponibili emerge che i trattamenti più efficaci sembrano essere quelli mirati al recupero della correttezza e della automatizzazione del riconoscimento delle parole. Molto scarse sono invece le evidenze sull’efficacia di metodi per il recupero degli altri disturbi di apprendimento. Non si è in grado di esprimere un consenso sulla generalizzazione di tali risultati.”

Gli interventi di potenziamento cognitivo coinvolgono non solo le abilità di lettura, scrittura e calcolo ma prevedono training per implementare il funzionamento cognitivo e training metacognitivi per l’acquisizione di metodi di studio e di strategie più adatte al proprio stile di apprendimento.

ALTRI INTERVENTI?

La diagnosi di DSA non arriva solo al soggetto in prima persona che la riceve ma coinvolge il contesto familiare, scolastico e ambientale che comprende individui con la propria soggettività e  i differenti risorse e vissuti emotivi.

Sarebbero opportuni per i familiari programmi di Parent Training (PT) per migliorare le competenze comunicative e relazionali tra genitori e figli, interventi psicoeducativi e sportelli d’ascolto per incrementare l’autostima e il senso di autoefficacia nei soggetti con DSA, per fare informazione al gruppo classe e fornire strumenti didattici e metodologici agli insegnanti e al contesto scolastico. Questi interventi sono di competenza psicologica da svolgere in equipe multidisciplinare insieme ad altre figure come assistenti sociali, logopedisti, neuropsichiatri infantili. Una buona valutazione, una diagnosi corretta a norma di legge, gli interventi da richiedere agli uffici scolastici, universitari e in ambito lavorativo, i programmi descritti e il supporto psicologico rappresentano ad oggi i punti cardine di un percorso strutturato che migliorerà la qualità di vita dei soggetti con DSA e dei loro familiari.

Per concludere,  Leonardo da Vinci, Ludwig van Beethoven, Winston Churchill, Steve Jobs, Robin Williams, Jennifer Aniston, Orlando Bloom, Mika .. sono solo alcuni dei nomi di artisti con DSA che hanno creato e coltivato la propria arte convivendo in maniera funzionale con il loro differente modo di apprendere.

 

FONTI

https://www.aiditalia.org/Media/Documents/consensus/Cc_Disturbi_Apprendimento.pdf

Dott.ssa Fenia Riggio

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione. In ITF ricopre il ruolo di web editor. Inoltre si occupa della realizzazione di articoli di psicologia.

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