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La Melatonina: un rimedio utile contro l’insonnia

Nel mio lavoro sento spesso dirmi “Dottoressa avrei bisogno di qualcosa che mi aiuti a dormire”. Sembra una richiesta semplice ma, in realtà, per noi addetti ai lavori si apre uno scenario che necessita di opportuni approfondimenti per proporre la soluzione che più si addice alla condizione del cliente.

Molto spesso mi trovo di fronte persone che hanno provato già uno, se non più prodotti da banco ma nessuno sembra essergli d’aiuto.

I ritmi circadiani

Il funzionamento del corpo umano è influenzato dai cosiddetti ritmi circadiani che consistono in variazioni cicliche delle attività biologiche umane e riguardano ad esempio: la pressione arteriosa, il tono muscolare, la funzionalità renale ed il ciclo sonno-veglia.

Lo studio di quest’ultimo ci permette di distinguere le persone in “mattutine” e “serali” a seconda del loro momento di maggior efficienza.

Il tutto è mediato a livello anatomico da due importanti strutture:

  • La formazione reticolare ascendente (FRA): un gruppo di neuroni con due  ritmi di oscillazione, uno di grande ampiezza, l’altro di ampiezza ridotta. Il primo regola l’alternanza sonno-veglia, il secondo, invece, determina le diverse fasi del sonno. Quando ci addormentiamo la FRA riduce progressivamente gli stimoli provenienti dagli organi di senso.
  • I nuclei soprachiasmatici fanno parte dell’ipotalamo e sono coinvolti nella relazione tra buio-luce e sonno-veglia.

Le fasi del sonno

Per capire come poter intervenire sui disturbi del sonno è necessario accennare a quelle che sono le sue fasi. Durante una notte di sonno l’elettroencefalogramma di un individuo mostra 5 stadi differenti ognuno dei quali con onde elettromagnetiche a diversa ampiezza e frequenza.

Stadio 0: fase di veglia in cui le onde elettromagnetiche sono a bassa ampiezza e ad alta frequenza.

Stadio 1: fase di dormiveglia, ili soggetto si sta addormentando, viene mantenuto il tono muscolare e gli occhi presentano movimenti lenti.

Stadio 2 o sonno medio: le onde iniziano ad avere una riduzione della frequenza  ed un incremento dell’ampiezza con un caratteristico cambiamento di direzione, che sul grafico appaiono come dei “fusi” da cui la denominazione fusi del sonno

Stadio 3: è un sonno profondo dal quale è difficile risvegliarsi in cui, infatti, iniziano ad essere presenti in percentuale sempre maggiore le onde Delta.

Stadio 4: le onde Delta sono presenti in una percentuale che supera il 50%, la fase più profonda del sonno.

Dopo aver passato qualche minuto nello stadio 4 il tracciato dell’ EEG mostra un percorso inverso. I soggetti infatti tornano alla fase 3, alla 2 e alla 1. Questo stadio è però diverso dallo stadio iniziale, infatti viene chiamato stadio 1 emergente o sonno REM perché caratterizzato da rapid eye movement e da perdita del tono muscolare ed è la fase in cui sogniamo.

Un ciclo di sonno che va dall’inizio dello stadio 1 iniziale all’inizio dello stadio 1 emergente ha la durata di 90 minuti ma all’interno di ciascun ciclo la durata degli stadi è variabile. Durante una notte di sonno normale, lo stadio 1 emergente dura di più mentre le fasi di sonno delta ( stadi 3 e 4) durano di meno.

la melatonina

Il ritmo sonno-veglia del nostro organismo è regolato fisiologicamente dalla melatonina, ormone prodotto dall’epifisi. La secrezione da parte di questa ghiandola varia a seconda della giornata, in particolare in base al livello di luce: durante il giorno è in “stand-by”, la sera con l’arrivo del buio si attiva e secerne melatonina che oltre ad intervenire sul nostro orologio biologico, interagisce con altri organi quali ad esempio la pelle, la retina, la mucosa gastrointestinale, il midollo osseo ecc.

Quando il ciclo del sonno risulta alterato, per cui si presentano frequenti episodi di insonnia (risvegli notturni) o si avverte una difficoltà nell’addormentamento, i preparati a base di melatonina possono essere molto utili.

In Italia, in particolare, è disponibile come integratore, senza obbligo di prescrizione, come farmaco quando supera il dosaggio di 1 mg.

Tra gli integratori esistono formulazioni a rilascio immediato, che consentono di raggiungere il picco ematico in circa un’ora. Le formulazioni a rilascio prolungato consentono invece un assorbimento più lento nel tempo ( 8-10 ore) che mima la secrezione fisiologica dell’ormone.

E’ essenziale anche l’orario di assunzione, considerando che, fisiologicamente, la produzione aumenta la sera e raggiunge il picco durante le ore notturne; poiché la molecola ha una breve emivita (in 30 minuti i livelli nel sangue tendono a dimezzarsi), assumere l’integratore poco prima o nel momento di andare a letto può essere utile a chi ha difficoltà ad addormentarsi, mentre in casi di risvegli notturni sarebbe più opportuno scegliere preparazioni a rilascio prolungato.

Pur essendo un integratore può presentare interazioni con farmaci importanti quali, anticoagulanti e antidepressivi per cui si rimanda sempre al parere del medico curante.

E’ una sostanza che può dare sonnolenza anche nelle ore successive all’assunzione, per cui si consiglia di non mettersi alla guida o di non utilizzare strumenti pericolosi per almeno cinque ore.

Fonti

  • Corrado Giua Marassi, Inquadramento clinico e gestione dei disturbi minori in farmacia, Edra, 2017
  • G. Katzung, Farmacologia generale e clinica, Piccin, 2006
  • Bruno Brigo, Medicina naturale dalla A alla Z, Tecniche Nuove, 2006
  • https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/insonnia#prevenzione
  • https://www.sleepfoundation.org/
Dott.ssa Benedetta Ricci

Dott.ssa in farmacia, nutre una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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