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Probiotici e antibiotici: usi e interazioni

A favore della vita” e “contro la vita”.

A partire dall’etimologia delle due parole, intuiamo da subito quanto probiotici e antibiotici agiscano con attività contrastanti ma complementari, a favore del nostro stato di salute. 

La “vita” di cui si parla, in particolare, è quella definita dagli innumerevoli microrganismi, principalmente batteri, che “popolano” le varie aree del nostro organismo e che, in maniera eterogenea e dinamica, definiscono il nostro complesso microbiota. 

Come noto, la parte più consistente di questa popolazione risiede nell’intestino e ad essa ci si riferisce con il nome di microbiota intestinale o, più comunemente, flora intestinale.

Eubiosi intestinale: lo specchio della nostra salute 

Il microbiota intestinale è un attore chiave in molti processi fisiologici e patologici che ci interessano da vicino, dall’infanzia all’età adulta. 

I trilioni di batteri che mano a mano definiscono questo “ulteriore organo” sono infatti di varie specie (in prevalenza Gram+ e Gram- in base al distretto intestinale) e, in generale, possono essere classificati da un punto di vista fisio-patologico in:

  • batteri simbionti, che colonizzano un determinato organo apportando un vantaggio (es. flora vaginale);
  • batteri commensali, comunemente presenti sulla pelle, sulle mucose o in un organo specifico e che non causano né danni, malattie e disturbi né particolari vantaggi;
  • batteri patogeni, responsabili dell’insorgenza di patologie e danneggiamento ai tessuti poiché presenti o in un organo diverso da quello “abituale”, o in gran quantità o costretti a non poter più essere commensali. 

Dalla grande interdipendenza e dialogo tra questi microrganismi, microbi e il loro ospite viene a definirsi quell’equilibrio noto come eubiosi, una condizione di “armonia” che contribuisce a proteggerci dai patogeni esterni e dall’insorgenza di patologie.

Inevitabilmente, essa è facilmente alterabile da svariate circostanze esterne come l’alimentazione, lo stress, patogeni infettivi e, purtroppo, dallo stesso trattamento con antibiotici.

L’uso degli antibiotici: tra vantaggi e svantaggi

La somministrazione dei primi antibiotici risale ormai ad un secolo fa: uno spartiacque nel mondo della medicina che ha portato a salvare milioni di vite riuscendo a sconfiggere numerose infezioni, dalle più gravi a quelle che ad oggi possono apparire di lieve entità (es. la dissenteria che portava spesso alla morte). 

Attualmente sono tra i farmaci più frequentemente prescritti nei bambini per trattare infezioni della cute, auricolari (es. otite media), della gola (es. tonsillite) e costituiscono una quota significativa tra quelli suggeriti agli adulti. 

Essi sono in grado di agire a sfavore dei patogeni inibendo e bloccando la loro crescita (antibiotici batteriostatici) o di determinare direttamente la loro morte (antibiotici battericidi). In entrambi i casi, il loro contributo rappresenta una grande risorsa per il sistema immunitario dell’ospite per risolvere l’infezione.

Alcuni antibiotici sono efficaci solo su alcuni batteri (antibiotici a spettro ristretto), mentre altri lo sono sua gamma di batteri molto più ampia (antibiotici ad ampio spettro). Eppure, nonostante il loro spettro d’azione, i loro effetti a carico del microbiota intestinale possono andare oltre i batteri “mirati”, portando alla eliminazione dei così detti “batteri buoni” per il nostro organismo e aprendo “nicchie” potenziali per la crescita di ulteriori patogeni. 

In gran parte dei casi, ciò si traduce in fenomeni di disbiosi intestinale, una vera e propria alterazione dell’equilibrio tra microrganismi benefici e patogeni, che si manifesta principalmente con sintomi a carico del tratto gastrointestinale: 

  • diarrea (prevalente in neonati e bambini);
  • colite;
  • gonfiore addominale;
  • crampi;
  • meteorismo.

I probiotici: uno strumento di prevenzione

In gran parte dei casi, quando la terapia antibiotica è ritenuta necessaria, risulta utile disporre di uno strumento sicuro ed economico per prevenire gli effetti collaterali derivanti dall’assunzione del farmaco. 

Si tratta, appunto, dei probiotici, “micro-rganismi vivi, che, somministrati in quantità adeguata apportano un beneficio alla salute dell’ospite” (fonti: FAO e OMS). Il razionale alla base della loro somministrazione si basa sull’ipotesi che possano favorire una normalizzazione della flora intestinale squilibrata. 

In particolare, tra le specie batteriche più comunemente testate, ritroviamo il genere Lactobacillus, il genere Bifidobacterium e il genere Saccharomyces come quelle più idonee a contrastare la tipica diarrea associata agli antibiotici (AAD). 

Inoltre, secondo le Linee Guida nazionali di probiotici e prebiotici, “la quantità minima sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di un ceppo microbico è di almeno 109 cellule vive al giorno” (UFC/giorno). È dunque opportuno, di caso in caso, farsi guidare nella scelta di un probiotico contenente, anzitutto, ceppi resistenti agli antibiotici e aventi la giusta quota di ceppi sinergici. 

In quale modo è consigliabile assumere probiotici e antibiotici?

Da quanto suddetto, deduciamo che associare l’assunzione dei probiotici all’antibiotico può essere utile per tamponare alcuni effetti collaterali, come la diarrea, e per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. 

Affinchè si concretizzino tali benefici, è necessario che la loro assunzione avvenga contestualmente ma non contemporaneamente: per evitare che venga danneggiato dall’azione dell’antibiotico, il probiotico andrebbe assunto circa due ore prima o due ore dopo l’assunzione dell’antibiotico. In questo modo, ad entrambi è concesso un tempo sufficiente per esplicare la loro azione. 

Inoltre, se si tiene conto della comune durata di un trattamento antibiotico (da pochi giorni fino a due settimane), è opportuno valutare l’assunzione del probiotico non solo durante la terapia con il farmaco ma anche nei giorni e settimane successive al termine della stessa. 

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BIBLIOGRAFIA

Becattini, S., Taur, Y., & Pamer, E. G. (2016). Antibiotic-Induced Changes in the Intestinal Microbiota and Disease. Trends in molecular medicine22(6), 458–478. https://doi.org/10.1016/j.molmed.2016.04.003 

Silverman, M. A., Konnikova, L., & Gerber, J. S. (2017). Impact of Antibiotics on Necrotizing Enterocolitis and Antibiotic-Associated Diarrhea. Gastroenterology clinics of North America46(1), 61–76. https://doi.org/10.1016/j.gtc.2016.09.010 

Blaabjerg, S., Artzi, D. M., & Aabenhus, R. (2017). Probiotics for the Prevention of Antibiotic-Associated Diarrhea in Outpatients-A Systematic Review and Meta-Analysis. Antibiotics (Basel, Switzerland)6(4), 21. https://doi.org/10.3390/antibiotics6040021  

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1016_allegato.pdf 

Dott.ssa Anna Flavia Carli

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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