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Carie: un’infiammazione da prevenire

Gran parte delle volte in cui accusiamo dolore ai denti, la causa di quel dolore è dovuta a loro: quelle scanalature che, in base alla profondità che raggiungono nei denti, causano dolore. Stiamo parlando delle carie dentali.

Il termine carie deriva dal latino caries che significa “corrosione, putrefazione”. I latini, infatti, non sbagliavano perché è proprio ciò che accade ai nostri denti.

Le carie, se colpiscono dei denti visibili, diventano dei veri è proprio inestetismi che non solo rovinano la dentatura e il sorriso, ma spesso anche l’autostima.

Approfondiremo in questo articolo la vera natura delle carie, da cosa sono causate, chi colpiscono e come si trattano.

Cosa sono le carie e come sono classificate?

La carie è una malattia infettiva a carico dei denti che colpisce più dell’80% della popolazione dei Paesi sviluppati e a causarla sono una molteplicità di fattori. Le carie, se non trattate in tempi stretti, hanno la peculiarità di andare incontro a degenerazione: queste dapprima aggrediscono lo smalto per poi distruggerlo.

Ciò che accade inizialmente è un processo di demineralizzazione del tessuto duro del dente (smalto e dentina). Solitamente ciò si verifica a causa della produzione acida della placca batterica presente normalmente sul dente; essa quando non è regolata, va a creare un eccesso di placca “cattiva” al punto da danneggiare il dente, anziché proteggerlo fisiologicamente come dovrebbe.

I posti in cui tende maggiormente ad accumularsi la placca dentale sono i solchi, le fossette occlusali dei molari e dei premolari; non è infatti un caso che i denti maggiormente colpiti da carie siano proprio molari e premolari. Altro punto di possibile attecchimento delle carie sono i forami ciechi, in questo caso sia dei molari che degli incisivi.

Se non tenute sotto controllo e trattate tempestivamente, le carie oltre allo strato duro, iniziano ad intaccare anche la polpa, la quale va incontro ad infiammazione, poi irreversibile, portando alla morte degli elementi cellulari del dente. Lo stato di necrosi che si crea rappresenta la manifestazione patologica della carie, del caratteristico colore nero. Inoltre, se anche in questo stadio non venisse trattata, la carie proseguirebbe il suo cammino sino a colpire i tessuti ossei circostanti, gli apici dentali e le radici, motivo per il quale una carie può letteralmente metterci KO per il dolore che causa.

Le infiammazioni causate dalle carie, oltre a comportare un forte ed intenso mal di denti, causano anche ascessi ossei alveolari, intorno alla gengiva, ma anche gonfiore gengivale e tumefazione del volto.

Le carie, come spiegato fino ad ora, raggiungono diversi gradi di penetrazione all’interno dei denti, per questo motivo vengono classificate in base al grado di penetrazione, nelle seguenti categorie:

  • Iniziale: quando l’unico strato interessato è lo smalto, presenta una macchia biancastra sullo smalto, ed è facilmente removibile con un processo di fluorurazione;
  • Superficiale: quando lo strato interessato è quello subito sotto lo smalto, ossia la dentina;
  • Profonda: quando si crea una cavità all’interno della maggior parte del corpo dentinale;
  • Penetrante: quando abbiamo una iniziale risposta dell’organo pulpo-dentinale che causa la formazione di nuova dentina, detta terziaria;
  • Perforante: quando ormai il dente è talmente corroso che espone la polpa dentale.

Cosa causa la carie?

Come abbiamo detto in precedenza, è l’accumulo della placca batterica endogena a causare la formazione di carie dentali, peccato però che la produzione di placca sia altamente regolata da fattori esogeni, quindi è facile comprendere che le carie siano in realtà causate principalmente da fattori endogeni che andremo ad enunciare di seguito.

La prima causa che annoveriamo è sicuramente la mancanza di una corretta igiene orale. In seguito alla formazione di batteri prodotti da residui di cibo, questi residui iniziano a fermentare e a produrre acidi, che insieme alla saliva vanno ad accrescere la placca dentale.

Anche il tabagismo è una causa esogena altamente influente sulla formazione di placca dentale.

Esistono tuttavia anche fattori endogeni quali una certa predisposizione costituzionale in cui il dente possiede una insufficiente resistenza strutturale, ma la formazione di carie può essere anche aumentata da una scarsa produzione di saliva.

Come prevenire e come curare le carie?

Un aspetto fondamentale è sicuramente la prevenzione, per questo motivo elenchiamo alcuni accorgimenti da osservare per una corretta prevenzione.

Uno dei consigli fondamentali che possiamo dare è sicuramente quello di spazzolare i denti almeno due volte al giorno dopo i pasti principali, accompagnando questo rito anche all’utilizzo di colluttorio e filo interdentale; ricordiamo inoltre che programmare delle visite periodiche dal dentista potrebbe essere uno dei migliori modi per riconoscere tempestivamente l’insorgenza delle carie nei primi stadi.

Inoltre, quando anche questi semplici accorgimenti non dovessero essere sufficienti e si dovesse registrare una certa cariorecettività si potrebbe consigliare l’uso di sigillanti dentali, ossia delle pellicole che vanno a richiudere tutte le possibili scanalature e le fessure che tendono a generare il processo infiammatorio; queste possono essere utilizzate sia dagli adulti che dai bambini, importante è invece che vengano applicate dal dentista.

Infine, diamo il vecchio e caro consiglio di limitare il consumo di bevande e cibi altamente zuccherati, soprattutto nell’età evolutiva, dove i denti caduchi saranno sostituiti da nuovi denti, che dovranno nascere e crescere nel modo più sano possibile.

Dopo aver elencato una serie di azioni preventive, passiamo ad elencare le possibili cure, quando ormai la prevenzione è diventata troppo tardiva.

Sicuramente tutti conosciamo la normale prassi di cura di una carie, ossia la rimozione meccanica, con l’utilizzo del tanto temuto trapano del dentista, delle parti necrotiche e con la conseguente otturazione delle cavità ormai danneggiate, con l’utilizzo di apposite paste odontoiatriche.

Tuttavia, esistono degli step precedenti a quello dell’otturazione, come ad esempio: il trattamento al fluoro, in casi di carie iniziali, che delle volte sono anche fatti periodicamente per prevenire; sempre per trattare il dente vengono impiegate delle corone, che vanno utilizzate quando il dente è troppo indebolito e viene utilizzato questo rivestimento creato su misura che sostituisce la corona danneggiata del dente. Quando anche queste tecniche sono insufficienti o la carie è troppo profonda, si ricorre alla devitalizzazione, poiché ormai la carie ha raggiunto la polpa dentaria e il danno è irreversibile, allora “si toglie la vita al dente” e, per attenuare il dolore che viene causato alle fibre nervose, viene sostituita la polpa dentale con appositi materiali. In extremis invece viene praticata la rimozione del dente malato, quando ormai neanche la devitalizzazione è più sufficiente.

Concludendo… non è una novità cosa siano e come si curino le carie, però è bene porre sempre l’attenzione su una condizione così diffusa come questa. Noi qualche consiglio lo abbiamo dato, a voi non resta che spazzolare!

FONTI

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dei-denti/disturbi-dentali-comuni/carie

Dott.ssa Dalila Solimeni

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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