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Cybercondria: quando internet diventa il tuo medico

Con l’avvento della digitalizzazione, la ricerca di informazioni circa la salute fisica e psichica si è rivelata la terza attività più frequente su internet. Questo comportamento può avere effetti negativi su chi lo mette in atto.

Il termine cybercondria è un neologismo ottenuto dalla fusione di due parole, cyber e ipocondria. E’ la tendenza a ricercare online persistentemente informazioni mediche in associazione a un progressivo incremento dei livelli di ansia relativi alla propria salute. Una situazione tipica, spesso causa di cybercondria, è la percezione di un sintomo che induce un utente a inserirlo come parola chiave in un motore di ricerca. Il web offre una vastità inesauribile di informazioni mediche, permettendo agli utenti di analizzare ogni minima sensazione disturbante percepita. Il problema sta nel fatto che le informazioni e le fonti che si trovano sul web spesso non sono completamente affidabili e accurate.

Cosa accade all’utente?

Un’indagine realizzata dalla Microsoft ha evidenziato come gli utenti, dopo avere inserito in un motore di ricerca i propri sintomi, consultino maggiormente i risultati che mettono in relazione il loro malessere a malattie gravi piuttosto che a disturbi lievi e più probabili. Le ricerche online di un sintomo pressoché innocuo, come un mal di testa, possono condurre velocemente a un’escalation di condizioni patologiche gravi e rare, come tumori cerebrali. Ciò li spinge ad effettuare ulteriori ricerche con conseguente consultazione di pagine simili che incrementano lo stato di ansietà. Per di più i soggetti ipocondriaci solitamente pongono scarsa attenzione alla provenienza e all’attendibilità della sorgente informativa e lo stato ansioso rende più difficoltosa una valutazione obiettiva della qualità e dell’affidabilità dell’informazione. In Italia il fenomeno interessa il 32,4% della popolazione, secondo i dati di una ricerca del Censis del 2012.

Dolori al torace o mal di testa sono i principali sintomi di cui si ricercano informazioni.

Fattori di rischio

Sembra che alcuni tra i potenziali fattori di rischio implicati nello sviluppo della patologia siano una particolare sensibilità all’ansia e una spiccata intolleranza verso situazioni di incertezza. Il fenomeno sicuramente è anche correlato ad una eccessiva sfiducia nei confronti del proprio medico curante, nonché da un eccessivo bisogno di rassicurazioni.

Non si rilevano differenze di genere nella presenza del disturbo, ma l’età modera la quantità d’ansia sperimentata: per i giovani, le ricerche su internet sono più rassicuranti e meno spesso causano sintomatologie ansiose.

La diagnosi

Si può parlare di questo disturbo quando la ricerca è:

  • eccessiva: ricerche su internet effettuate troppo a lungo e troppo spesso (ogni dubbio riguardo al proprio stato di salute porta a cercare su internet la possibile causa);
  • difficile da controllare: il soggetto presenta grandi difficoltà nell’interrompere o evitare la ricerca;
  • angosciante: i risultati provocano nel soggetto paure e un alto livello di preoccupazione per la propria salute;

Le conseguenze

L’ansia generata, il continuo navigare sul web, la ricerca di rassicurazione, compromettono la vita quotidiana del paziente. Tale ricerca in molti casi tende a divenire invalidante, a tal punto che chi ne è coinvolto spesso finisce per esaurire completamente il tempo libero a disposizione, ed in casi più gravi, anche quello lavorativo.

Inoltre, gli esperti dicono che questo stato di ansia grava pesantemente sui servizi sanitari, infatti porta i soggetti a sostenere costosi test medici (inutilmente).

Le conclusioni

Prima dell’avvento di Internet, le principali sorgenti informative a disposizione dei cittadini erano principalmente il tradizionale incontro medico-paziente o quotidiani, libri e riviste. L’attuale disponibilità di informazioni sanitarie in rete aumenta la probabilità di sviluppare situazioni di ansietà correlate allo stato di salute.

È opportuno evitare di fare autodiagnosi online, perché un processo diagnostico non può essere effettuato sulla base di alcuni sintomi che vengono inseriti in un motore di ricerca. La capacità di fare diagnosi è un processo complesso che tiene conto di numerose informazioni che il medico ottiene tramite un colloquio con il paziente ed è una competenza che si acquisisce dopo anni di studio ed esperienza. Da qui la raccomandazione di consultare sempre il medico curante prima di prendere decisioni relative alla propria salute in base a informazioni recuperate in rete.

Fonti

Cantelmi, M. Talli, C. Del Miglio, A. D’Andrea, La mente in Internet. Psicopatologia delle condotte on-line, Piccin, Padova, 2000

Muse K, McManus F, Leung C, Meghreblian B, Williams JM., “Cyberchondriasis: fact or fiction? A preliminary examination of the relationship between health anxiety and searching for health information on the Internet”, J Anxiety Disord 2012 26(1):189-96.

Dott.ssa Giulia Parise

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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