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Vitamina D, tutto ciò che devi sapere.

In ambito clinico esiste una generale concordanza sul fatto che la vitamina D promuova la salute dell’osso e, insieme al calcio, contribuisca a proteggere dalla demineralizzazione, a cui sono soggetti soprattutto gli anziani.

E’ importante, però, fare chiarezza sulla opportunità di assumere la vitamina D come terapia supplementare.

CHE COS’E’ LA VITAMINA D?

Il nostro organismo riesce a produrre vitamina D in maniera fisiologica attraverso l’azione dei raggi solari. Vediamo di seguito come avviene la produzione.

La vitamina D viene prodotta sulla nostra pelle attraverso l’azione dei raggi ultravioletti di tipo B (lunghezza d’onda 290-315 nm) che trasformano un precursore, il 7 deidrocolesterolo (la provitamina D), in previtamina D e successivamente in colecalciferolo (vitamina D3).

 

 

Oltre alla produzione fisiologica essa è presente in alcuni alimenti, infatti attraverso una sana dieta, il nostro organismo è in grado di assimilare un buon quantitativo di VitD.

Negli alimenti è presente la forma naturale (vitamina D3, colecalciferolo) e la forma di derivazione vegetale (vitamina D2, calciferolo).

Quest’ultima forma, ossia la VitD2, insieme ai suoi metaboliti, si lega con minor affinità, alla proteina di legame per la vitamina D rispetto al colecalciferolo ( VitD3) e ai suoi metaboliti.

Per tale motivo la sua emivita è più corta e non risulta idonea per un utilizzo farmacologico.

 

Adesso andremo a vedere il percorso della vitamina D una volta assunta.

 

la vitamina D viene depositata nel tessuto adiposo e trasformata a livello epatico in 25- idrossivitamina D (calcifediolo), che, veicolata da una proteina, rappresenta il deposito circolante della vitamina D.
Per esercitare la propria attività biologica, avviene una trasformazione ulteriore in
calcitriolo ,ligando naturale per il recettore della vitamina D.
Tale processo è regolato da calcio, fosfato e alcuni ormoni tra cui il PTH che ne stimola la sua produzione nel rene.
La funzione primaria del calcitriolo è di stimolare, a livello intestinale, l’assorbimento di calcio e fosforo, rendendoli disponibili alla mineralizzazione dell’osso.

VANTAGGI DELL’ASSUNZIONE SUPPLEMENTARE DI VITAMINA D

L’apporto supplementare di vitamina D è uno dei temi più dibattuti in campo medico; gli studi storici hanno concluso in modo decisivo a favore dell’efficacia della vitamina D nella prevenzione e nel trattamento di varie situazioni patologiche in cui risulta necessaria una terapia remineralizzante.
Le principali prove di efficacia antifratturativa sono state conseguite utilizzando colecalciferolo, che risulta essere la molecola di riferimento per tale indicazione.

L’approccio più fisiologico della supplementazione della vitamina D è quello giornaliero. Tuttavia, al fine di migliorare l’aderenza al trattamento, il ricorso a dosi equivalenti settimanali o mensili è giustificato da un punto di vista farmacologico, soprattutto in fase iniziale di terapia.

Una volta verificato il raggiungimento di valori di normalità, essi possono essere mantenuti con dosi inferiori, senza controllo sistematico dei livelli di vitamina D nel sangue.

LA SUPPLEMENTAZIONE CON VITAMINA D E’ NECESSARIA PER TUTTI?

La risposta è NO.
La determinazione dei livelli di vitamina D NON deve essere intesa come procedura di screening e NON è indicata obbligatoriamente in tutte le possibili categorie di rischio.

Si può valutare di effettuare una misurazione dei livelli di vitamina D se esiste almeno un sintomo persistente come il dolore in sedi ossee (lombosacrale, pelvico o arti inferiori), il senso di impedimento fisico, dolori o debolezza muscolare di grado elevato a quadricipiti e glutei, coloro i quali hanno difficoltà ad alzarsi e sedersi, nei soggetti con propensione alle cadute immotivate.

Inoltre, l’attenzione viene posta sui pazienti che effettuano una terapia di lunga durata con farmaci interferenti il metabolismo della vitamina D (antiepilettici, glucocorticoidi, anti-retrovirali, antimicotici, orlistat, colestiramina ecc), nonché sui pazienti con condizioni di malassorbimento (ad esempio celiachia, morbo di Crohn, fibrosi cistica ecc.).

Naturalmentela vitamina D è fondamentale per i pazienti con patologie ossee accertate (osteoporosi, osteomalacia).

IN CASO DI IPOVITAMINOSI D, POSSO OTTENERE LA PRESCRIZIONE A CARICO DEL SSN?

L’ipovitaminosi D deve essere valutata dal proprio medico curante o dallo specialista a seconda dei livelli nel sangue della stessa.
Se la 25 idrossivitamina D si colloca al di sopra dei 20 ng/mL, con l’eccezione di patologie ossee riconosciute, la supplementazione con vitamina D NON è raccomandata e, pertanto, non rimborsata dal SSN.

Se i livelli sierici di vitamina D sono, invece, inferiori, a seconda del grado di gravità di ipovitaminosi, la prescrizione di colecalciferolo si differenzia in termini di strategia terapeutica.

Si può, quindi, concludere che la prescrizione a carico del SSN dei farmaci con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” nell’adulto (NOTA 96), è limitata previa determinazione dei livelli sierici della stessa.
E’ bene sottolineare che le donne in gravidanza o in allattamento e le persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate, possono beneficiare della prescrizione indipendentemente dalla determinazione dei livelli di vitamina D nel sangue, in quanto considerate categorie a rischio di ipovitaminosi D.

FARMACI IMPIEGATI PER LA CARENZA DI VITAMINA D

Alla luce di quanto detto sopra, il Ministero della salute ha ritenuto di istituire, nel mese di ottobre 2019, la nota AIFA 96, che limita la prescrizione a carico del SSN solo per le categorie di pazienti con le caratteristiche prima elencate, applicabile ai seguenti farmaci:
colecalciferolo, colecalciferolo / sali di calcio, calcifediolo.

Bibliografia: Determina AIFA n. 1533/2019

Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 252 del 26-10-2019

 

 

 

Dott.ssa Eleonora Ioannacci

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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