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Proteggersi dalle malattie cardiovascolari con i PUFA

Siamo in un’epoca in cui l’utilizzo degli integratori alimentari va di pari passo con il concetto di prevenzione. Gli specialisti della salute stanno sempre più adottando un approccio di tipo preventivo e il fatto che le patologie cardiovascolari costituiscano ancora la prima causa di morte nel mondo e di ospedalizzazioni in Italia, giustifica il sempre più crescente utilizzo dei PUFA, ovvero gli acidi grassi polinsaturi, abbinati ad un corretto stile di vita.

Gli acidi grassi sono molecole costituite da catene di atomi di carbonio che possiedono un gruppo carbossilico ad un’estremità. Sono presenti in natura nei grassi di alcuni animali e vegetali e sono i principali componenti dei fosfolipidi di membrana, dei trigliceridi, degli esteri degli steroli e dei mono e diacil-gliceroli.

Classificazione chimica

Gli acidi grassi possono essere classificati a seconda:

  • della presenza o assenza di doppi o tripli legami nella catena carboniosa e, in particolare, si parla di acidi grassi SATURI se non ne possiedono o INSATURI se ne possiedono almeno uno;
  • del numero di doppi legami presenti, per cui possono essere MONOINSATURI o POLINSATURI;
  • della capacità dell’organismo di sintetizzarli o meno e si suddividono in ESSENZIALI o NON ESSENZIALI. I primi non possono essere prodotti dal nostro corpo e vanno necessariamente assunti con la dieta, i secondi invece possono essere prodotti fisiologicamente;
  • della quantità di atomi di carbonio che formano la catena, per cui li distinguiamo in acidi grassi a CATENA CORTA, MEDIA, LUNGA O MOLTO LUNGA.

I PUFA sono pertanto acidi grassi polinsaturi e i più comuni sono conosciuti come EPA e DHA, il cui precursore è l’acido alfa-linolenico (ALA) considerato “essenziale”, quindi necessariamente introdotto con la dieta. Da una serie di processi enzimatici monodirezionali, si ottengono come prodotti della famiglia degli Omega 3, EPA e DHA.

Questi acidi grassi svolgono, tra le altre, funzioni cardioprotettive e antinfiammatorie. Numerosi studi evidenziano con certezza la correlazione tra infiammazione sistemica e sviluppo di malattie cardiovascolari (CVD) tra cui infarto, ictus e aterosclerosi. In particolare gli Omega 3 svolgono un’azione antiaritmica, antinfiammatoria e antiaggregante.

Parallelamente agli Omega 3, esiste un’altra famiglia di acidi grassi che è quella degli Omega 6, i quali sono in grado di abbassare i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) ed essere, quindi, anch’essi “cardioprotettivi”. Tuttavia, se presenti in quantità eccessive, possono risultare loro stessi pro-infiammatori. Per questo è necessario mantenere nel corpo un rapporto ottimale di 1:3/4, Omega 3:Omega 6, che è difficile da raggiungere con la sola assunzione degli alimenti, poiché la dieta mediterranea è più ricca di Omega 6 rispetto agli Omega 3. Per questo può essere utile implementarne i livelli con l’utilizzo di specifici integratori alimentari.

Dove li troviamo?

Mentre i precursori essenziali si trovano in fonti vegetali, EPA e DHA si assumono tramite fonti animali, in particolare sono contenuti più abbondantemente in alcuni tipi di pesce tra cui il salmone, il tonno, l’acciuga, la trota e lo sgombro. Essendo essi i prodotti degli acidi grassi considerati essenziali, anche l’assunzione di questi ultimi si è rivelata ottima per aumentarne le concentrazioni nell’organismo.

Il ruolo dei PUFA nella prevenzione

In particolare, gli essenziali regolano la sintesi degli eicosanoidi coinvolti in numerosissimi processi cellulari. Oltre che abbassare i livelli di lipidi nel sangue, come già anticipato, regolano anche gli stati infiammatori. Studi dimostrano come da una dieta scorretta si possa incorrere ad una condizione di infiammazione sistemica, la quale innalzando i livelli della proteina C reattiva (CRP) e dell’Interleuchina 6 (IL-6), causa un aumento dei rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I PUFA in particolare sono responsabili della produzione di molecole modulatrici degli stati infiammatori, tra cui le protectine, maresine e le resolvine, che sono considerate “mediatori pro-risoluzione”.

Assumerli quotidianamente rientra quindi tra le buone abitudini per condurre uno stile di vita sano, specialmente se abbinato ad una corretta alimentazione (che prevede un introito di PUFA non superiore al 15% delle calorie giornaliere consigliate) e attività fisica di almeno 30 minuti al giorno. Parallelamente a questo, è opportuno tenere controllati periodicamente i valori della pressione arteriosa, peso corporeo, trigliceridi e colesterolo, misurabili anche presso le “farmacie dei servizi”.

FONTI

Impact of nutraceuticals on markers of systemic inflammation: Potential relevance to cardiovascular diseases – A position paper from the International Lipid Ex pert Panel (ILEP) – ScienceDirect
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30982476/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4274059/

Dott.ssa Giulia Lodrini

Farmacista di professione, ma con una profonda passione per la divulgazione scientifica.

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