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Ansia e stress: le molecole naturali per ritrovare l’equilibrio

In questo periodo, ma molto probabilmente anche nella vita “normale” di ogni giorno, il carico di stress e le richieste di performance sempre migliori o sempre più pretenziose mettono a dura prova la nostra resilienza.

Purtroppo la capacità del nostro organismo di sopportare i carichi è limitata e non possiamo andare oltre un livello soglia che, se superato, non porta certamente buona salute ma, al contrario, consente un rapido logoramento dei nostri processi metabolici, fisici e mentali.

Chi in questo periodo non ha sperimentato dei drastici cali dell’attenzione? Chi non si è sentito schiacciato dal vorticoso ed irrefrenabile fluire di informazioni ed eventi? Ad un certo punto bisogna saper dire basta, bisogna pensare a se stessi e cercare di recuperare l’equilibrio.

Lo stress ha un caratteristico andamento a plateau: abbiamo una fase iniziale “di allarme”, una fase di adattamento e resistenza alla fatica e una fase di esaurimento. Esistono piante e nutrienti più adatti di altri in ognuna di queste tre fasi, cioè in base al momento in cui ci si trova si potrebbe trarre un maggiore beneficio dalla scelta più consapevole di una determinata pianta officinale o da un micronutriente specifico.

Quali sono le piante adatte ad offrire questo tipo di supporto?

Le piante in grado di portare questa minore responsività agli eventi stressanti si chiamano adattogene, si ricordano in particolare: Rhodiola rosea, Eleutherococcus senticosus (l’Eleuterococco) e Whitania somnifera. Sono tutte piante che favoriscono il tono dell’umore e l’energia e, soprattutto la Rodiola, garantiscono un buon trasporto della serotonina a livello del sistema nervoso centrale permettendo così uno stato di rilassamento. Queste piante sono in grado di prolungare la fase di resistenza al fenomeno stressante, allontanando per quanto più possibile l’arrivo dell’esaurimento psico-fisico. È un po’ come se potessero alzare l’asticella di sopportazione dello stress permettendo di fatto una migliore resistenza fisica e mentale.

Quali sono i micronutrienti utili nelle fasi dello stress?

Non solo le piante in realtà sono utili in quelli che sono i fenomeni di resistenza allo stress, possiamo giovare dell’assunzione anche di parecchi micronutrienti che apportano innumerevoli benefici all’organismo, sia come preparatori a periodi di stress che come rimedi d’emergenza. A differenza delle piante, i micronutrienti possono e dovrebbero essere impiegati in tutte le fasi dello stress, magari alternandoli o scegliendoli saggiamente a seconda delle necessità.

Il magnesio è sicuramente il dominus tra i nutrienti da citare per quanto riguarda lo stress: è un minerale coinvolto in centinaia di reazioni chimiche nell’organismo ed è in grado di regolare finemente il tono muscolare e quello nervoso. Il suo meccanismo d’azione principale è composito: regola la sinapsi glutammatergica (eccitatoria), la trasmissione GABAergica (inibitoria) e l’asse HPA che è preposto alla produzione di cortisolo e quindi alla genesi dello stress. Si ricorda di scegliere sempre un magnesio in forma organica (come i sali citrati e pidolati) o un chelato per permettere un migliore assorbimento intestinale ed evitare l’effetto lassativo.

Le vitamine del gruppo B sono un’altra irrinunciabile risorsa antistress, soprattutto quando parliamo di vitamina B6. In generale sono le vitamine coinvolte nel metabolismo energetico e nel metabolismo dei macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) e garantiscono una buona mielinizzazione dei nervi. Sono quindi toniche ma anche essenziali: infatti l’organismo non le può sintetizzare (con qualche eccezione) ed è necessario assumerle con l’alimentazione o con l’integrazione qualora ve ne sia necessità.

Tra gli aminoacidi voglio assolutamente segnalare e ricordare la teanina, estratta solitamente dalle foglie del Tè Verde. Ci sarebbe un mondo da dire su questa fantastica molecola ma mi focalizzerei sull’attività che esplica a livello del cervello: innanzitutto non rientra nella composizione di alcuna proteina ed è in grado di penetrare la barriera ematoencefalica, permettendo uno stato di rilassamento vigile. Il suo meccanismo d’azione è quello di indurre la produzione di onde alfa a livello cerebrale: sono le onde che caratterizzano, infatti, il cervello in condizione di tranquillità, preghiera, meditazione, sonno REM e rilassamento vigile. Non è soporifera né causa addormentamento, è l’integrazione giusta non solo per una cattiva qualità del sonno ma anche per permettere un certo grado di rilassamento senza dover ricorrere ad altre piante con attività più inibitoria (tipo Valeriana ecc.).

Ci sarebbero altre decine di piante o nutrienti che si potrebbero menzionare od utilizzare con profitto in una situazione di stress, o comunque in una situazione di sovraccarico dove c’è bisogno di un aiuto per migliorare la capacità cognitiva e di concentrazione. Non è semplice scegliere in autonomia i prodotti o le sostanze che sarebbe meglio assumere quindi si raccomanda comunque di richiedere l’aiuto di un professionista per massimizzare gli effetti del protocollo di trattamento.

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