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Shampoo: quali sono le varie tipologie di shampoo?

Nel 1762 in Inghilterra risuonava il termine “shampoo” col significato di “massaggiare” e già nello stesso anno in Italia si traduceva con “sciampo”. La parola fu introdotta da Sake Dean Mahomed che aprì un bagno pubblico per il lavaggio dei capelli a Brighton nel 1759. Gli shampoo come li intendiamo oggi furono invece introdotti solo nel 1930 con Drene, il primo shampoo sintetico non a saponetta.

Lo shampoo è un detergente e come tale è caratterizzato da aspetti come la dermocompatibilità che ne garantisce la sicurezza e la stabilità (no reazioni di idrolisi o ossidazione), la sensorialità: colore, odore e schiuma ed infine, possiede il potere lavante per il quale si distinguono due casi:

  1. Funzionalità primaria: consiste nella capacità del detergente di rimuovere lo sporco rispettando la fisiologia della cute -> base lavante dermocompatibile, sostenuta da miscele di tensioattivi.
  2. Funzionalità secondaria: consiste nella capacità del detergente di ripristinare il film idrolipidico (nel film idrolipidico si ferma lo sporco, dunque lavare significa rimuovere il film idrolipidico). Garantita da agenti emollienti (molecole lipofile) e condizionanti (derivati di polimeri quaternari).

Quindi un buon detergente deve PULIRE + RICOSTRUIRE ciò che ha tolto.

In un prodotto detergente ritroviamo anche gli “ingredienti attivi” -> agenti funzionali, che donano al prodotto una funzione specifica: vitamine, estratti vegetali, idratanti, agenti antibatterici o agenti antiforfora.

Come qualsiasi altro detergente anche gli shampoo possono avere un’azione per affinità o per contrasto.

  • Usando uno prodotto per contrasto la massa di capelli dovrebbe essere ben bagnata prima di applicare lo shampoo perché il tensioattivo si esprima al meglio e faccia schiuma, quindi si dovrebbe usare meno prodotto per il primo lavaggio e di più per il secondo.
  • Viceversa, con lo shampoo ad affinità si dovrebbe applicare più shampoo per il primo lavaggio e meno per secondo.

Il mercato degli shampoo è diviso in:

  1. COMUNI: detersione + blando effetto condizionante (per chi è senza particolari problemi).
  2. CONDIZIONANTI: detersione + forte effetto condizionante (l’azione condizionante è presente, lo shampoo sarà più forte).
  3. SPECIFICI: detersione + blando effetto condizionante + trattamento cuoio capelluto e/o della fibra capillare (sono indicati per trattare problemi del cuoio capelluto come forfora e cuoio capelluto grasso, consentono il miglioramento degli inestetismi risultanti a livello della capigliatura).

TIPOLOGIE DI SHAMPOO

DOCCIA SHAMPOO è ideale per i capelli corti, in cui non è particolarmente importante il fusto quindi per gli uomini. È una formulazione molto semplice che difficilmente soddisferà un capello lungo. Ha un tensioattivo di primo tipo anionico inserito però in un pool di tensioattivi molto numeroso: c’è l’idea della delicatezza attraverso la formazione di una micella ampia. A conferma che è indicato per gli uomini c’è il mentil lattato che sprigiona mentolo, mentre i condizionanti sono poliquaternium-7 e pantenolo. Può essere usato più volte al giorno come detergente cutaneo e quotidianamente come shampoo in quanto è un lavante a pH fisiologico con un bilanciato apporto di tensioattivi lipoproteici, anfoteri e non ionici.

SHAMPOO PER CAPELLI SECCHI E DANNEGGIATI si entra in una specificità di esigenze legate all’esito sul fusto, si ottengono prodotti più curativi. I capelli secchi devono essere idratati e filmati perché tendono a perdere acqua, le chiome sono infatti danneggiate: la cuticola ha subito danni irreversibili ed è aperta. Quindi è necessario formare una superficie protettiva esterna per rendere i capelli più maneggiabili e lucenti utilizzando in quantità elevate agenti condizionanti (olii, sostanze cerose, idrolizzati proteici) e filmogeni, emollienti per compattare la cuticola. Come tensioattivo primario viene spesso usato il laurilsarcosinato che è anionico debole e soft.

Il nuovo trend del momento è il co-wash o low poo: si usa il tensioattivo che lava e il cetaril alcol che nutre quindi si ottiene un prodotto che ha capacità lavante + di nutrimento che va molto bene per il capello secco.

SHAMPOO PER CAPELLI GRASSI i capelli hanno un eccesso di sebo. La tendenza è di lavarli spesso con shampoo potenti sgrassanti ma la ghiandola sebacea è un feedback negativo: più si toglie e più si produce, quindi si rischia di far perdurare il ciclo senza trarre alcun giovamento. Si devono scegliere shampoo privi di emollienti (lipidi), ricchi di estratti vegetali astringenti per la ghiandola e/o sostanze antiseborroiche. Es: l’ortica è la pianta sebo regolatrice per eccellenza secondo tradizione.

Anche nel caso di capelli grassi se non funzionano gli shampoo classici si passa agli olii o ai co-wash.

SHAMPOO SECCO la sua funzionalità è di sostituirsi allo shampoo, ma in realtà è un adsorbente costituito da propano, butano e isobutano, sono propellenti delle polveri fini che assorbono lo sporco e poi vengono spazzolate via.

SHAMPOO ANTIFORFORA è una problematica cutanea di cui non si conosce la causa quindi è difficile da combattere. Gli shampoo e trattamenti antiforfora non possono risolvere il problema di fondo. È un tipico caso di squilibrio cutaneo con eziologia multifattoriale:

  • Esiste una propensione genetica allo sviluppo della forfora.
  • Ma ci sono anche cofattori endogeni/esogeni che scatenano l’insorgenza della patologia.

Tre patologie sono collegate in quanto vi è sempre un legame di squilibri:

  • Forfora: compaiono squame è una patologia della cute.
  • Dermatite seborroica: squame, rossore, infiammazione è una patologia della cute.
  • Psioriasi: placche per aggregazione di squame, segni cutanei ma è una malattia sistemica.

L’origine del problema è nella proprietà desquamativa:

  • Il turnover normale della pelle sana prevede che i cheratinociti maturi, salgano i vari strati e arrivino allo strato corneo (corneociti) e poi desquamino in 21-28 giorni.
  • Quando invece c’è un quadro di forfora la desquamazione è più rapida e non si completa il ciclo normale di divisione dei corneociti. In pratica nello strato spinoso, i corneociti sono legati tra loro attraverso spine -> man mano che si procede desquamando, queste strutture si devono rompere ma affinché ciò avvenga si deve arrivare alla fine del ciclo a questo punto il corneocita si stacca da solo.

Questo processo è regolato dall’equilibrio colesterolo-colesterolo solfato. Tutte le patologie di desquamazione hanno uno squilibrio a questo livello e anche a carico della via di cheratinizzazione. Risultato: si vedono gruppi di corneociti desquamati prima del 28° giorno. La cheratinizzazione non corretta si accompagna sempre a secchezza.

A questo squilibrio si associa una crescita anomala di un fungo: Malassenzia Furfur che in realtà è normalmente presente nella microflora cutanea di tutti gli esseri umani.

Lo shampoo antiforfora quindi deve:

  • Eliminare le scaglie visive antiestetiche.
  • Contrastare il prurito, grazie ad un effetto antifungino.

L’eccesso di fungo fa si che ci siano tanti più enzimi lipolitici che possono modificare il sebo presente e irritare il cuoio capelluto. Dai trigliceridi del sebo si liberano acidi grassi (oleico e linoleico) che sono degli irritanti perché squilibrano la barriera lipofila. Si avrà irritazione, prurito e infiammazione che aumentano la velocità della desquamazione, è un circolo.

È stato dimostrato che in soggetti con la forfora, si può ripristinare il quadro semplicemente applicando acido oleico quindi il problema è l’eccesso di acidi grassi che sono liberati in presenza del fungo, non il fungo in sé. Nonostante quindi il fungo non sia la causa diretta del problema, l’effetto dell’antiforfora è fungistatico.

Quindi:

  • Lavaggi frequenti/detergenti molto sgrassanti a base di tensioattivi anionici sono efficaci nel rimuovere la forfora presente ma possono aumentare l’irritazione del cuoio capelluto.
  • Chi invece davvero ha la forfora trova beneficio nel lavaggio delicato, rimane comunque psicologicamente difficile rinunciare agli sgrassanti, meglio alternare per abituarsi progressivamente.

Attivi più usati:

  • Piroctone olamina: solubile quindi gli shampoo saranno trasparenti.
  • Zinco piritione: resta in sospensione quindi il prodotto sarà opaco e viscoso, sono gli unici antifungini che si possono usare senza uscire dal concetto di cosmetico.
  • Estratti vegetali: con azione antifungina (rosmarino).
  • Acido salicilico: antibatterico, esfoliante, antiinfiammatorio.
  • Agenti lenitivi: liquirizia capostipite.

SHAMPOO CON ATTIVI SPECIFICI

  • Protezione dai raggi UV: filtri UV cationici soprattutto per capelli tinti.
  • Nutrizione del capello: agenti emollienti (ceramidi).

TRATTAMENTI ANTICADUTA

  • Shampoo: energizzanti, rinforzanti, antinvecchiamento etc.
  • Lozioni: formulazioni idroalcoliche che aumentano la penetrazione dei principi attivi.

Si usano estratti di corteccia come Cinchona, Biotina.

In caso di trattamenti anti caduta o antiforfora è d’obbligo usare le FIALE insieme allo shampoo. Il fenomeno aumenta con il cambio di stagione, sarebbe quindi opportuno ripetere il trattamento almeno due volte l’anno. L’obbiettivo è rendere i capelli forti fin dall’inizio, prevenendo la caduta.

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