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Gli interferenti endocrini

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce gli interferenti endrocrini (noti anche come endocrine disruptors) come “sostanze esogene o una mescolanza di esse le quali alterano una o più funzioni del sistema endocrino e, di conseguenza, provocano effetti avversi sulla salute in organismi integri, o la sua progenie, o su (sub)popolazioni”.

Gli interferenti endocrini non sono sostanze particolari, con le quali non veniamo mai in contatto, bensì si tratta di sostanze chimiche con le quali il contatto quotidiano è quasi la norma. Saperle riconoscere, conoscere i loro effetti e cercare di ridurre la nostra esposizione ad esse, può avere effetti benefici non soltanto sulla nostra salute, ma anche, nel caso delle donne in gravidanza, sulla salute del feto. 

DOVE SI TROVANO?

Molto comunemente li ritroviamo nei pesticidi, metalli, prodotti di uso comune come le plastiche (per esempio nelle tanto usate bottiglie di plastica per l’acqua), contenitori per alimenti, detergenti, ritardanti di fiamma, giocattoli, cosmetici, tessuti. Questo elenco esemplificativo ci fa rendere conto della grande diffusione degli interferenti endocrini, e della possibilità, tutt’altro che rara, di poterli ritrovare negli alimenti. Il consumo saltuario, molto probabilmente non nuoce, ma se l’alimento contaminato è un alimento di uso quotidiano, allora il problema assume una dimensione del tutto diversa. 

COSA FANNO?

Gli interferenti endocrini sono in grado di minare o interferire con il sistema endocrino. Il sistema endocrino è costituito da ghiandole, le quali sono deputate alla sintesi di molecole che prendono il nome di ormoni. Tali ormoni vengono secreti nel torrente ematico, raggiungendo le cellule bersaglio. Le cellule bersaglio presentano dei recettori specifici per tali ormoni, in modo tale da poter andare a costituire il complesso ormone-recettore, il quale è in grado di modificare il comportamento cellulare. Gli ormoni possono essere di natura peptidica o di natura steroidea, e in base alla tipologia di ormone si avrà anche una specifica tipologia di recettore (nel primo caso sarà collocato a livello della membrana, nel secondo caso, invece, sarà un recettore citoplasmatico). 

Il sistema endocrino è un sistema complesso, il quale scopo è quello di mantenere un equilibrio dinamico, attraverso una regolazione a feedback (negativo o positivo).

Gli interferenti endocrini possono agire in maniera diretta, andando ad agire da agonisti o antagonisti degli ormoni, o in maniera indiretta, andando a modificare il metabolismo ormonale, la circolazione degli ormoni o interferendo con la loro regolazione. 

QUALI SONO GLI INTERFERENTI ENDOCRINI

Le sostanze sospettate di poter interagire con il sistema endocrino, agendo da interferenti, sono tantissime, ben 800 (circa). Quelli più rilevanti per la salute umana sono:

-bisfenolo (A, S, F, B), le cui fonti sono gli imballaggi degli alimenti, piatti di plastica, e altre;

-DEHP, le cui fonti sono gli imballaggi degli alimenti e i processi di lavorazione degli alimenti, plastiche, materiale da costruzione e altre;

-DEP, le cui fonti sono shampoo, cosmetici, profumi e colonie, e altre;

-Inquinanti organici persistenti (DDT e diossine), le cui fonti sono pesticidi sintetici, insetticidi, combustione, combustione di rifiuti, sbiancamento della carta; 

-Idrocarburi policiclici aromatici, le cui fonti sono processi di combustione, materiale edile, fluidi idraulici e altre;

-sostanze perfluoro-alchiliche, le cui fonti sono prodotti per la cura della persona, padelle antiaderenti, pitture, e altre;

-fitoestrogeni (isoflavonoidi), le cui fonti sono la soia e altri legumi.

Tra le fonti elencate ci sono chiaramente delle fonti legate agli alimenti, i quali possono naturalmente contenere interferenti endocrini (soia), o possono contenerli perché contaminati dai materiali che vengono a contatto con essi (padelle, contenitori) o in seguito ai processi di cottura.

COME POSSIAMO RIDURRE L’ASSUNZIONE DI INTERFERENTI ENDOCRINI ATTRAVERSO I CIBI

Innanzitutto, si dovrebbe preferire sempre il cibo fresco, sia che si tratti di cibi di origine vegetale, sia che si tratti di cibi di origine animale. Nella scelta degli alimenti freschi si dovrebbe preferire quello di stagione, coltivato o allevato sul territorio.

Il vetro è un materiale da considerarsi sicuro: se si sceglie di consumare del cibo conservato, per esporsi il meno possibile a contaminanti, si dovrebbero preferire contenitori di vetro. La stessa cosa vale per l’acqua. L’utilizzo dell’acqua in bottiglia di plastica, anche per ragioni ambientali, andrebbe il più possibile ridotto, soprattutto quando si tratta di acqua che verrà consumata da donne in gravidanza o bambini. 

Andrebbero evitati cibi precotti, preconfezionati, pronti ad essere consumati (anche perché non sono praticamente mai da considerarsi delle scelte ottimali da un punto di vista nutrizionale).

Limitare il consumo di cibi affumicati e cotti con cotture “spinte” (barbecue, griglia). Nel caso in cui gli alimenti dovessero presentare delle parti bruciacchiate, queste vanno eliminate e non consumate. 

Infine, preferire il tè sfuso, o contenuto in bustine che siano certificate per non contenere contaminanti. 

Scegliamo con accortezza la strumentazione che abbiamo in casa, con la quale cuciniamo e conserviamo gli alimenti. Leggiamo sempre con attenzione le caratteristiche, assicurandoci che non contengano sostanze potenzialmente contaminanti. 

Prestiamo particolare attenzione agli alimenti ad alto contenuto lipidico (per esempio carne e formaggi), evitiamo quelli messi in commercio avvolti nella plastica, in quanto soprattutto la componente lipidica si presta per trattenere potenziali interferenti endocrini.

FONTI

Fetal–Maternal Exposure to Endocrine Disruptors: Correlation with Diet Intake and Pregnancy Outcomes

Alessandro Rolfo, Anna Maria Nuzzo, Ramona De Amicis, Laura Moretti, Simona Bertoli, and Alessandro Leone, Nutrients (2020)

Dott.ssa Laura Kerer

Biologa nutrizionista. Si occuperà di divulgare consigli alimentari e nutrizionali per un corretto e sano stile di vita. Info: Potete contattare personalmente la dott.ssa Laura Kerer all'indirizzo di posta elettronica kererlaura@gmail.com o iltuofarmacista.web@gmail.com Potete visitare la pagina Facebook Dott.ssa Laura Kerer - Biologa Nutrizionista

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